2025

L'anno che
ha cambiato tutto

L'anno che ha cambiato tutto

I primi mesi del 2025 hanno spazzato via convinzioni che credevamo solide.
È davvero così? Vediamolo con dati e immagini
Dal giorno delle elezioni presidenziali all'annuncio della sua politica commerciale, Trump ha tracciato un percorso netto dalla vittoria elettorale contro Kamala Harris fino al giuramento presidenziale. Il culmine è arrivato con la dichiarazione di emergenza nazionale e l'introduzione della "tavola dei dazi".

Trump 2.0

Il punto di partenza di questa analisi non può che essere la nuova presidenza Trump. Il ritorno alla Casa Bianca di The Donald è coinciso con la promessa di un reboot degli Stati Uniti, da effettuare a colpi di decreti esecutivi. Questo lavoro di riscrittura nella sfera economica internazionale ha riguardato l'intero tessuto di relazioni commerciali americane con il mondo. Per riequilibrare deficit commerciali considerati inaccettabili, l'amministrazione Trump ha scelto un approccio fortemente protezionistico. Sulla base degli annunci fino a metà aprile, l'aliquota tariffaria effettiva media degli Stati Uniti si è così spinta fino a livelli inesplorati da più di un secolo a questa parte (28% del valore delle importazioni). Certo, nel giro del mese successivo la retromarcia è stata evidente. Alla sospensione di 90 giorni dei dazi “reciproci” decisa il 9 aprile hanno fatto seguito gli accordi di Ginevra del 12 maggio che hanno ridotto, sempre per 90 giorni, anche i nuovi dazi sui prodotti cinesi dal 145% al 30%. In virtù di queste novità, l'aliquota tariffaria effettiva media degli USA si attesta oggi al 17,8%, comunque il dato più alto dal 1934.
Tornato alla Casa Bianca, Trump ha promesso un reboot degli Stati Uniti a colpi di decreti esecutivi.Questo lavoro di riscrittura ha riguardato l'intero tessuto di relazioni commerciali americane con il mondo. Per riequilibrare i deficit commerciali, Trump ha scelto un approccio fortemente protezionistico. Sulla base degli annunci fino a metà aprile, l'aliquota tariffaria effettiva media degli Stati Uniti si è così spinta fino a livelli inesplorati da più di un secolo a questa parte (28% del valore delle importazioni).

La sospensione di 90 giorni dei dazi “reciproci” decisa il 9 aprile e gli accordi di Ginevra del 12 maggio che hanno ridotto anche i nuovi dazi sui prodotti cinesi dal 145% al 30%. E così l'aliquota tariffaria media degli Usa si attesta oggi al 17,8%, comunque il dato più alto dal 1934.
Dazi negli Stati Uniti, la serie storica
L'aliquota tariffaria di tutte le importazioni è calcolata come quota delle entrate tariffarie sul valore totale delle importazioni
Dazi negli Stati Uniti, la serie storica
L'aliquota tariffaria di tutte le importazioni è calcolata come quota delle entrate tariffarie sul valore totale delle importazioni

L'era
della unilateralità

Al di là del singolo numero e nell'impossibilità di prevedere cosa succederà alle fine del periodo di sospensione, resta un dato di fatto, ben riassunto da Mario Draghi nel suo discorso di Coimbra: “il vasto ricorso ad azioni unilaterali per risolvere controversie commerciali, insieme alla definitiva delegittimazione dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio, hanno minato l'ordine multilaterale in un modo difficilmente reversibile”. Come scrive il Fondo Monetario Internazionale, il diretto risultato di questa incertezza epistemica e impredicibilità delle politiche è una nuova fase di deterioramento delle relazioni economiche e finanziarie internazionali. Una dinamica che si è evidenziata con forza nella reazione delle borse mondiali post Liberation Day, con cui Trump ha inaugurato la sua guerra commerciale. Piazza Affari ha vissuto una delle sue giornate peggiori con un crollo dell'indice FTSE MIB non lontano, per dimensioni, da quelli avvenuti nel corso della Grande Recessione.
Resta un dato di fatto, così riassunto da Mario Draghi nel suo discorso di Coimbra: “Il vasto ricorso ad azioni unilaterali per risolvere controversie commerciali, insieme alla definitiva delegittimazione dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio, hanno minato l'ordine multilaterale in un modo difficilmente reversibile”.
Per l'Fondo Monetario Internazionale il diretto risultato di questa incertezza epistemica e impredicibilità delle politiche è una nuova fase di deterioramento delle relazioni economiche e finanziarie internazionali. Una dinamica che si è evidenziata nella reazione delle Borse mondiali post Liberation Day, con cui Trump ha inaugurato la sua guerra commerciale.
Piazza Affari ha vissuto una delle sue giornate peggiori con un crollo non lontano, per dimensioni, da quelli avvenuti nel corso della Grande Recessione.
Crollano le Borse globali tra tensioni causate dai dazi e una crescente preoccupazione internazionale. Si intrecciano le dinamiche tra Elon Musk e l'amministrazione Trump dopo l'insediamento, mentre la Groenlandia viene identificata «necessità assoluta» per la sicurezza nazionale americana.
I dieci peggiori crolli di Piazza Affari dal 2000
Performance giornaliera dell'indice FTSE MIB
I dieci peggiori crolli di Piazza Affari dal 2000
Performance giornaliera dell'indice FTSE MIB

Le sfide
della Cina

Le sfide della Cina

L'economia cinese, abituata a crescere a doppia cifra per decenni, nell'ultimo biennio ha fatto +5% e le stime per il prossimo sono +4%. La minor crescita e l'espansione del debito (289% del PIL, con una crescita di 43 punti percentuali rispetto al 2019) hanno ridotto lo spazio fiscale per gli investimenti pubblici. Mentre la guerra commerciale rischia di rappresentare un freno all'export, necessaria valvola di sfogo per l'economia del Dragone. Di conseguenza, i consumi delle famiglie risultano per il governo cinese una determinante sempre più centrale. Tuttavia, complice l'“inverno demografico” e la crisi del mercato immobiliare, la crescita dei risparmi delle famiglie cinesi, e quindi la diminuzione dei consumi, ha subito una netta accelerazione dopo il Covid-19. La quota dell'economia rappresentata dai consumi continua a risultare molto più bassa in Cina (39%) rispetto alla media dei Paesi OCSE (54%).
L'economia cinese, abituata a crescere a doppia cifra per decenni, nell'ultimo biennio ha fatto +5% e le stime per il prossimo sono +4%.
La minor crescita e l'espansione del debito hanno ridotto lo spazio fiscale per gli investimenti pubblici. Mentre la guerra commerciale rischia di rappresentare un freno all'export. I consumi delle famiglie risultano così sempre più importanti. Tuttavia, complice l'“inverno demografico” e la crisi del mercato immobiliare, la crescita dei risparmi delle famiglie cinesi, e quindi la diminuzione dei consumi, ha subito una netta accelerazione dopo il Covid-19.
La quota dell'economia rappresentata dai consumi continua a risultare molto più bassa in Cina (39%) rispetto alla media dei Paesi OCSE (54%).
La crisi dei consumi in Cina e l'andamento del PIL
Depositi dei nuclei familiari in banca in trilioni di renminbi e crescita percentuale annua del PIL
Dopo il rientro in sicurezza degli astronauti NASA Suni Williams e Butch Wilmore, la missione cinese Shenzhou-19 ha concluso con successo il suo ritorno dalla stazione Tiangong. Nel frattempo, Pechino ha ospitato una maratona con robot umanoidi, simbolo della sua corsa tecnologica. La Russia ha celebrato l'80° anniversario della vittoria sovietica con una parata, rafforzando i legami con Cina e Corea del Nord.

I segnali
già evidenti

Risulta difficile non leggere nei recenti avvenimenti e nei dati cinesi un punto di rottura rispetto all'ordine economico internazionale delineatosi negli ultimi decenni. Allo stesso tempo, come ricordato nuovamente da Draghi, questi cambiamenti sono in atto da diversi anni e la situazione aveva iniziato a deteriorarsi già prima dei recenti sconvolgimenti tariffari. Senza dover andare troppo indietro nella memoria, afflati protezionistici e tensioni sino-americane sono risultati già evidenti durante la precedente presidenza americana. Una delle politiche chiave durante il mandato di Biden è stata l'Inflation Reduction Act (IRA). I suoi 369 miliardi di dollari di sussidi e crediti d'imposta per i produttori e i consumatori americani, hanno contribuito a una impennata nella spesa per nuove fabbriche manifatturiere negli USA: +124% negli ultimi tre anni. Una crescita pari a quella avvenuta nel corso dell'intero decennio precedente.
Difficile non leggere nei recenti avvenimenti e nei dati cinesi un punto di rottura rispetto all’ordine economico internazionale degli ultimi decenni. Allo stesso tempo, questi cambiamenti sono in atto da diversi anni e la situazione aveva iniziato a deteriorarsi già prima dei recenti sconvolgimenti tariffari.
Afflati protezionistici e tensioni sino-americane sono risultati già evidenti durante la precedente presidenza americana.
Una delle politiche chiave durante il mandato di Biden è stata l'Inflation Reduction Act (IRA). I suoi 369 miliardi di dollari di sussidi e crediti d'imposta per i produttori e i consumatori americani, hanno contribuito a una impennata nella spesa per nuove fabbriche manifatturiere negli Usa: +124% negli ultimi tre anni.
Spesa per la costruzione di fabbriche negli Stati Uniti
Dati mensili in miliardi di dollari, riferiti al solo settore manifatturiero, tasso annuale destagionalizzato
Spesa per la costruzione di fabbriche negli Stati Uniti
Dati mensili in miliardi di dollari, riferiti al solo settore manifatturiero, tasso annuale destagionalizzato
Nel sud-ovest di Memphis, xAI di Elon Musk ha creato Colossus, il "supercomputer più grande al mondo", alimentato da decine di turbine a gas. Mentre promette posti di lavoro, i residenti di Boxtown temono gravi impatti ambientali e sanitari, denunciando l'aumento dell'inquinamento.
Evoluzione dei costi dei modelli di intelligenza artificiale
Costo di inferenza, ovvero costo di gestione per ogni domanda dell'utente
Evoluzione dei costi dei modelli di intelligenza artificiale
Costo di inferenza, ovvero costo di gestione per ogni domanda dell'utente
Nel perseguire l'obiettivo di un rilancio della manifattura nazionale, invertendo l'ondata di delocalizzazioni che ha contraddistinto i precedenti decenni di globalizzazione, l'IRA ha fatto ricorso a clausole di preferenza verso i prodotti statunitensi. Clausole discriminatorie che, tra Paesi alleati e non, hanno ricevuto più di una critica riguardo alla loro compatibilità con le regole del commercio internazionale. Sempre la stessa amministrazione Biden aveva anche adottato una serie di misure volte a limitare l'accesso della Cina sia a tecnologie avanzate per la produzione di semiconduttori sia a chip per l'intelligenza artificiale. Ciononostante, il modello di intelligenza artificiale generativa made in China, DeepSeek, risulta tra quelli con le prestazioni migliori su compiti complessi e con i minori costi di inferenza (costo di gestione ricorrente ogni volta che il modello viene usato da un utente). Ovvero tra annuncio, implementazione ed efficacia di politiche quali limiti all'export o all'import, permangono ampie zone grigie, come anche confermato dalle sanzioni europee contro la Russia.
Nel perseguire l'obiettivo di un rilancio della manifattura nazionale, invertendo l'ondata di delocalizzazioni che ha contraddistinto i precedenti decenni di globalizzazione, l'IRA ha fatto ricorso a clausole di preferenza verso i prodotti statunitensi.
Sempre la stessa amministrazione Biden aveva anche adottato una serie di misure per limitare l'accesso della Cina sia a tecnologie avanzate per la produzione di semiconduttori sia a chip per l'intelligenza artificiale.
Ciononostante, il modello di intelligenza artificiale generativa made in China, DeepSeek, risulta tra quelli con le prestazioni migliori su compiti complessi e con i minori costi di inferenza (costo di gestione ricorrente ogni volta che il modello viene usato da un utente).
A pochi giorni dal conclave, la Casa Bianca ha postato sui social un'immagine AI di Trump vestito da Papa. La Conferenza cattolica di New York l'ha definita offensiva e irrispettosa verso il papato; il vicepresidente Vance ha difeso Trump parlando di “uno scherzo”.
Evoluzione dei parametri dei principali modelli di intelligenza artificiale
Più parametri ha un modello, più complessi possono essere i compiti che affronta
Evoluzione dei parametri dei principali modelli di intelligenza artificiale
Più parametri ha un modello, più complessi possono essere i compiti che affronta

Quale ordine
internazionale

Il quadro finora descritto è quindi contraddistinto da un ordine globale in apparenza compromesso, tentativi di protezionismo, guerre commerciali dichiarate, e incertezza economica anche tra chi era fino ad ora considerato un campione di crescita. Per di più, pur facendo le dovute distinzioni tra sfera politica e realtà dei fatti, si evidenzia una minore propensione alla diplomazia multilaterale. Soprattutto se si includono nella riflessione gli attuali conflitti in corso dall'Ucraina a Gaza e le loro conseguenze. Una visione confermata da due trend evidenti. Da un lato la spesa militare è in crescita in gran parte del mondo, con i Paesi dell'Est Europa in prima linea.
In questo contesto, si evidenzia anche una minore propensione alla diplomazia multilaterale. Soprattutto se si includono nella riflessione i conflitti in Ucraina e Medio Oriente.
Una visione confermata da due trend evidenti. Da un lato la spesa militare è in crescita in gran parte del mondo, con i Paesi dell'Est Europa in prima linea.
Contemporaneamente, si registrano ampi tagli negli aiuti pubblici allo sviluppo da parte delle principali potenze mondiali. Tali aiuti contribuiscono per esempio a finanziare la risposta alle emergenze umanitarie e sanitarie, o a sostenere i governi dei Paesi in via di sviluppo in risposta alle sfide della crisi climatica. Sono inoltre un importante strumento di soft power.
In questa immagine simbolo, Trump e Zelensky si sono incontrati per pochi minuti nella Basilica di San Pietro, appena prima dei funerali di Papa Francesco. L'incontro, definito “molto produttivo”, ha rilanciato le speranze di un cessate il fuoco e di una pace duratura in Ucraina, con l'impegno a proseguire i negoziati. Non è stato così.
L'aumento della spesa militare nel mondo
Variazione 2024 su 2015 espressa in punti percentuali
La top ten
L’aumento della spesa militare nel mondo
Variazione 2024/2015 espressa in punti %
Contemporaneamente, si registrano ampi tagli negli aiuti pubblici allo sviluppo da parte delle principali potenze mondiali. Tali aiuti contribuiscono (non sempre efficacemente) per esempio a finanziare la risposta alle emergenze umanitarie e sanitarie, o a sostenere i governi dei Paesi in via di sviluppo in risposta alle sfide della crisi climatica. Sono inoltre un importante strumento di soft power. Negli ultimi mesi, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Regno Unito e soprattutto gli Stati Uniti, che sono i principali contributori al mondo, hanno annunciato riduzioni dei rispettivi bilanci per gli aiuti esteri. Se dal 2018 si era verificata una crescita annua media del 6%, secondo le stime di McKinsey, ci si aspetta ora un calo tra il 15% e il 22% rispetto ai livelli del 2023. Le stime potrebbero però essere riviste al ribasso. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti bocciato la richiesta dell'amministrazione Trump di mantenere congelati miliardi di dollari in aiuti esteri. Si attendono ora ulteriori gradi di giudizio.
Negli ultimi mesi, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Regno Unito e soprattutto gli Stati Uniti, che sono i principali contributori al mondo, hanno annunciato riduzioni dei rispettivi bilanci per gli aiuti esteri. Se dal 2018 si era verificata una crescita annua media del 6%, secondo le stime di McKinsey, ci si aspetta ora un calo tra il 15% e il 22% rispetto ai livelli del 2023. Le stime potrebbero però essere riviste al ribasso. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti bocciato la richiesta dell'amministrazione Trump di mantenere congelati miliardi di dollari in aiuti esteri. Si attendono ora ulteriori gradi di giudizio.
La spesa militare in Russia, Ucraina e Usa
Quota del prodotto interno lordo e variazione espressa in punti percentuali 2024/2014
La spesa militare in Russia, Ucraina e Usa
Quota del prodotto interno lordo e variazione espressa in punti percentuali 2024/2014
La spesa militare nei principali paesi Ue
Quota del prodotto interno lordo e variazione espressa in punti percentuali 2024/2014
La spesa militare nei principali paesi Ue
Quota del prodotto interno lordo e variazione espressa in punti percentuali 2024/2014
Il ruolo chiave degli USA negli aiuti pubblici globali allo sviluppo
Aiuti complessivi nel 2023, primi dieci Paesi al mondo. Dati in miliardi di dollari
Il ruolo chiave degli USA negli aiuti pubblici globali allo sviluppo
Aiuti complessivi nel 2023, primi dieci Paesi al mondo. Dati in miliardi di dollari
Il trend degli Usa
Aiuti complessivi in miliardi di dollari

Il ruolo
delle democrazie

Questi ultimi mesi stanno confermando una certa fatica nel corretto funzionamento delle democrazie occidentali che già a Capitol Hill, il 6 gennaio del 2021, si era manifestata con violenza. A dicembre la Corte costituzionale rumena ha deciso di annullare i risultati del primo turno elettorale di presidenziali vinte dal candidato ultranazionalista Călin Georgescu. La sua scalata al successo era stata quanto mai sospetta: dal 5% delle preferenze nei sondaggi di metà novembre al 22% ottenuto alle elezioni di soli dieci giorni dopo. Dopo anni di dubbi e studi sul preciso impatto dei social media sulla democrazia, il caso rumeno mette in luce come una tornata elettorale possa essere facilmente manipolata. Bastano poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità su TikTok da parte di un Paese straniero, in questo caso la Russia che si è servita di influencer e bot secondo i servizi di intelligence rumena.
Questi ultimi mesi stanno confermando una certa fatica nel corretto funzionamento delle democrazie occidentali che già a Capitol Hill, il 6 gennaio del 2021, si era manifestata con violenza. A dicembre la Corte costituzionale rumena ha annullato i risultati del primo turno elettorale di presidenziali vinte dal candidato ultranazionalista Călin Georgescu. La sua scalata era stata sospetta: dal 5% delle preferenze nei sondaggi al 22% ottenuto alle elezioni di soli 10 giorni dopo.
ll candidato presidenziale di estrema destra Călin Georgescu, vincitore del primo turno presidenziale in Romania, ha visto i risultati annullati dalla Corte costituzionale del paese a causa di irregolarità e sospette interferenze russe su TikTok.
L'ascesa di Georgescu in dieci giorni
Confronto sondaggi sulle intenzioni di voto al primo turno delle presidenziali in Romania e risultati della votazione
Il caso rumeno mette in luce come una tornata elettorale possa essere facilmente manipolata. Bastano poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità su TikTok da parte di un Paese straniero, in questo caso la Russia che si è servita di influencer e bot secondo i servizi di intelligence rumena.
L'ascesa di Georgescu in dieci giorni
I risultati della votazione del 24 novembre
La spesa militare nei principali paesi Ue
Quota del prodotto interno lordo e variazione espressa in punti percentuali 2024/2014

Non tutto
è inedito

Trattandosi di un membro della NATO e della UE, lo scoraggiamento generale nel leggere le dinamiche in corso in questo 2025 sembra giustificato. Una lettura approfondita dei dati a nostra disposizione permette però di meglio inquadrare gli avvenimenti di oggi in trend in realtà già evidenti negli anni passati. E in fondo un confronto con la Storia e in particolare con l'inizio degli anni '70, che condivide con la situazione odierna alcuni elementi cardine, può essere di parziale conforto. Nixon che pone fine improvvisamente e unilateralmente alla convertibilità del dollaro in oro, seppellendo gli accordi di Bretton Woods e l'ordine commerciale fino a quel momento vigente. I primi segnali della stagnazione dell'allora seconda economia del mondo, l'URSS, e i rapporti sempre tesi con gli USA. Il protrarsi della guerra in Vietnam e la spesa militare media dei Paesi NATO al 4,6% del PIL. Le democrazie europee post guerra ancora giovani e fragili, come l'Italia di quel tempo segnata dalla stagione delle stragi.
Lo scoraggiamento generale nel leggere le dinamiche in corso in questo 2025 sembra giustificato. I dati, però, ci dicono che alcuni trend erano già evidenti. E un confronto con l'inizio degli anni '70 può essere di parziale conforto. Nixon che pone fine improvvisamente e unilateralmente alla convertibilità del dollaro in oro, seppellendo gli accordi di Bretton Woods. I primi segnali della stagnazione dell'allora seconda economia del mondo, l'Urss, e i rapporti sempre tesi con gli Usa. Il protrarsi della guerra in Vietnam e la spesa militare media dei Paesi Nato al 4,6% del Pil. Le democrazie europee post guerra ancora giovani e fragili, come l'Italia di quel tempo segnata dalla stagione delle stragi. Siamo passati da fasi peggiori. Con questa convinzione possiamo continuare a credere nel futuro tra speranza e realismo.

2025

L'anno che
ha cambiato tutto

I primi mesi del 2025 hanno spazzato via convinzioni che credevamo solide.
È davvero così? Vediamolo con dati e immagini
Credits
Coordinamento:Luca Salvioli
Design director:Laura Cattaneo
Testi:A. Guidi
Data visualization:Alice Calvi, Luca Galimberti
Sviluppo:Marina Caporlingua, Renato Zitti-Pozzi
Il longform "2025, l'anno che ha cambiato tutto" è stato presentato in anteprima al Festival dell'economia di Trento 2025, quando era ancora un concept.
Foto: AFP, Reuters