Cop27, le emissioni di CO2 paese per paese
di Gianluca Di Donfrancesco
Per limitare l’aumento delle temperature globali attorno a 1,5°, la soglia più sicura raccomandata dalla scienza e dall’Accordo di Parigi del 2015 per evitare gli effetti peggiori del climate change, le emissioni nette di gas serra dovrebbero scendere del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010.
Secondo gli scienziati Onu del clima, vanno invece verso un aumento del 10,6%. Sarà un punto centrale dei lavori della Cop27 di Sharm el-Sheik, tra il 6 e il 18 novembre. Vediamo con una serie di grafici una fotografia del trend di emissioni di CO2 nel mondo grazie ai dati del "CO2 emissions of all world countries, 2022 Report" della Commissione europea.
Emissioni CO2 per paese nel 2021
Dati espressi in Megatonnellate metriche di CO2 per anno (Fonte: CO2 emissions of all world countries, 2022 Report)
Nel 2021 le emissioni globali di CO2 sono rimbalzate e del 5,3% rispetto al 2020, restando appena dello 0,36% al di sotto dei livelli del 2019. Cina, Stati Uniti, Ue, India, Russia e Giappone sono le economie che emettono più CO2 al mondo. Insieme, rappresentano il 49,2% della popolazione mondiale, il 62,4% del Pil globale, il 66,4% del consumo di combustibili fossili e il 67,8% delle emissioni globali di CO2 fossile. Tutti e sei hanno aumentato le emissioni di CO2 nel 2021 rispetto al 2020.
Le emissioni dell’Unione europea sono aumentate del 6,5% nel 2021, da un livello eccezionalmente basso nel 2020 a causa dei blocchi causati dalla pandemia di Coronavirus. Tuttavia, l’anno scorso le emissioni dell’UE sono diminuite del 5% rispetto al 2019. Ciò mette la Ue sulla strada per raggiungere il proprio obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro la fine di questo decennio.
La Cina è di gran lunga il Paese che ne produce di più: il 33% del totale nel 2021. Da sola, supera la somma delle quattro economie che la seguono: Stati Uniti (12,5%), Unione Europea (7,3%), India (7%) e Russia (5%). Pechino punta a raggiungere il picco di emissioni «prima del 2030»: significa che non smetterà di aumentarle per diversi anni ancora.
La classifica cambia radicalmente se si considerano le emissioni pro-capite, un criterio non troppo significativo, che inevitabilmente premia i Paesi più popolati. In questo caso, gli Stati Uniti superano la Cina.
La mappa delle emissioni
Quanta CO2 emette ogni paese, a scelta dal menu anche in base agli abitanti e alla ricchezza prodotta. Dati dal 1990 (Fonte: CO2 emissions of all world countries, 2022 Report)
Nel grafico qui sopra si può osservare, selezionando gli anni e tornando indietro nel tempo, l’evoluzione della mappa delle emissioni. Gli Stati, che erano nettamente i maggiori inquinatori al mondo negli anni Settanta, hanno visto il loro peso scendere, man mano che lo sviluppo economico della Cina cresceva, insieme al suo impatto sull’ambiente. Nel 1990, gli Usa producevano ancora il doppio della CO2 emessa dalla Cina. Il sorpasso è avvenuto solo nel 2005.
I Paesi emergenti, India in testa, sono molto attenti alla quantità di emissioni accumulate nella storia dalle varie economie. I pesi cambiano ancora una volta. Dal 1850 a oggi, il contributo dell’India alle emissioni cumulative storiche di CO2 è infatti molto basso, mentre i maggiori inquinatori diventano gli Stati Uniti, seguiti dalla Ue, con la Cina comunque in terza posizione, ma molto distante dagli Usa.
Emissioni CO2 per settore
Dal menu si possono scegliere i singoli paesi. Dati espressi in Megatonnellate metriche di CO2 per anno (Fonte: CO2 emissions of all world countries, 2022 Report)
La transizione energetica, con il passaggio a forme di produzione e consumo di energia meno inquinanti, coinvolgerà tutti i settori. In primo luogo sul lato dell’offerta. La produzione di energia, come si vede nel grafico sopra, è ancora il principale responsabile di emissioni di gas serra. Nella Ue, tutti i settori hanno aumentato le proprie emissioni di CO2 nel 2021 rispetto al 2020.
L’industria energetica e gli altri settori industriali hanno mostrato i maggiori incrementi (+9,1% e +6,7%, rispettivamente). Il settore dei trasporti ha recuperato meno della metà della diminuzione delle emissioni annue registrate nel 2020. La produzione di energia ha rappresentato il 44% delle emissioni della Cina, nel 2021.
Il ruolo di foreste e terreni agricoli
Emissioni e rimozioni di gas serra nel settore Land Use, Land Use Change and Forestry (LULUCF) (Fonte: CO2 emissions of all world countries, 2022 Report)
Il taglio delle emissioni di CO2 necessario per fermare il surriscaldamento globale non potrà avvenire senza il contributo della “natura”. Le foreste, in particolare, sono fondamentali nell’abbattere l’anidride carbonica immessa in atmosfera. La loro distruzione, come si vede nel grafico qui sopra, al contrario pesa in modo significativo sul cambiamento climatico, non solo perché indebolisce il potere lenitivo delle foreste, ma perché libera gas serra.
Si stima che il Land Use, Land-Use Change and Forestry (Lulucf) possa aver rimosso circa 3,9 Gt CO2 nel 2020, circa lo stesso livello di decennio precedente e il 12% in meno rispetto al 2010. Questa rimozione netta equivale a circa il 10% del totale emissioni di CO2 fossile di origine antropica.