Il whatever it takes che ha salvato l’euro, l’insieme di misure non convenzionali messe in campo, l’ingresso nell’era dei tassi negativi. Le tappe principali degli otto anni di presidenza dell’ormai ex governatore della banca centrale europea.
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La presidenza di Draghi inizia con il botto: al suo primo Consiglio direttivo viene deciso un taglio dello 0,25% dei tassi che passano dall’1,50% all’ 1,25%, mossa “a sorpresa” dopo i due rialzi dei tassi decisi dal precedente presidente Jean-Claude Trichet nell’aprile e nel luglio 2011.
Il Consiglio decide il secondo taglio dei tassi e annuncia una serie di misure non convenzionali: due LTRO a tre anni, ovvero dei rifinanziamenti straordinari a tasso fisso dedicati alle banche per garantire accesso alla liquidità e impedire la stretta creditizia.
Seconda LTRO a tre anni. Due operazioni di questo tipo consentono alla Bce di dare alle banche liquidità a medio termine per un totale di 1000 miliardi: misura eccezionale.
Draghi richiama il rafforzamento della vigilanza bancaria a livello europeo. In giugno il Consiglio europeo getta le basi dell’Unione Bancaria e la creazione dell’SSM, l’organo di vigilanza bancaria unica europea sotto la responsabilità della Bce. L’SSM diventa una delle più dirompenti innovazioni dell’era Draghi.
Il 26 luglio Draghi, nel pieno della crisi dei debiti sovrani, in particolare Grecia, Irlanda e Portogallo, tiene il famoso discorso “whatever it takes” a Londra contro la dissoluzione dell’euro. Il 2 Agosto il direttivo annuncia l’arrivo delle Omt.
I dettagli delle OMT: la Bce può acquistare sul mercato secondario titoli di Stato con scadenza da 1 a 3 anni di un Paese che chiede e ottiene aiuto a certe condizioni. In seguito l’Alta Corte tedesca deciderà a favore della costituzionalità delle OMT. Quest’ultimo scudo non è mai stato attivato, ma ha allentato le tensioni sul debito.
Il Consiglio direttivo annuncia di attendersi che i tassi di interesse di riferimento rimarranno sui livelli “attuali o più bassi” per un prolungato periodo di tempo. La Bce inizia così l’uso delle indicazioni prospettiche, o “forward guidance”, informazioni sulle future intenzioni di politica monetaria.
Il Comitato esecutivo della Bce annuncia un Action Plan per la parità di genere: l’obiettivo è quello di raddoppiare la presenza delle donne nel top management. Per la fine del 2019, il 35% delle posizioni apicali dovrà essere ricoperta da donne. All’epoca, la quota era al 17%.
La BCE dà inizio, insieme alle autorità di vigilanza bancaria nazionali, alla valutazione approfondita delle banche. Si tratta di un “controllo sullo stato di salute finanziaria” di 130 banche europee. Gli esiti di questo esercizio saranno pubblicati prima dell’assunzione del ruolo di vigilanza da parte della BCE nel novembre 2014.
Si tiene in Portogallo il primo ECB Forum on Central Banking. Ovvero la risposta europea a “Jackson Hole”, la riunione dei banchieri centrali in Usa. Sarà a questo Forum nel giugno 2019 che Draghi getterà le basi per l’arrivo di un nuovo pacchetto di misure di stimolo per una politica monetaria più accomodante.
Il Consiglio direttivo decide il primo taglio dei tassi in territorio negativo: il tasso sui depositi scenderà dallo 0% (toccato nel luglio 2012) a -0,10% dall’11 giugno. E’ la più controversa misura non convenzionale. Prima della Bce, il tasso guida è stato portato a livello negativo dalla Banca Centrale di Danimarca (2012).
Il Consiglio direttivo annuncia la prima operazione “mirata” di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO): strumento non convenzionale di politica monetaria perché l’ammontare di liquidità e il costo del credito ottenuti dalle banche mediante TLTRO dipendono dall’entità dei prestiti che esse forniscono all’economia reale.
Il Meccanismo di vigilanza unico diventa operativo. La BCE assume le totali competenze di vigilanza per le oltre 100 banche degli Stati membri partecipanti all’MVU, Meccanismo di vigilanza unico. (Danièle Nouy era stata nominata Presidente del Consiglio di vigilanza alla fine del 2013).
Importante vittoria legale di Draghi. La Corte di Giustizia Ue riconosce la legittimità degli acquisti di titoli di Stato sotto il programma OMT a condizione che abbia lo scopo della stabilità dei prezzi, che la Bce mantenga l’indipendenza e che la politica fiscale resti responsabilità degli Stati membri dell’euro.
Arriva il quantitative easing: un programma ampliato di acquisto di attività al ritmo mensile totale di 60 miliardi, aggiungendo titoli di Stato e titoli pubblici ai programmi già in essere su obbligazioni garantite e cartolarizzazioni. La Bce pubblicherà i verbali delle riunioni del Consiglio.
La Bce annuncia la novità del reinvestimento dei titoli che scadono e che sono stati acquistati con il PAA (programma di acquisto di attività). Questa è una misura ulteriore di politica monetaria accomodante. Il “QE1” terminerà il 31 dicembre 2018 con un ammontare totale di acquisti pari a 2.650 miliardi.
Per quanto riguarda le misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo l’8 giugno va in soccorso delle aziende: prende il via il CSPP, il programma di acquisto di bond societari.
Ultimo “pacchetto Draghi”: revisione indicazioni prospettiche, tasso sui depositi ridotto a -0,50%, nuovo programma di acquisto di attività a ritmo mensile di 20 miliardi; condizioni più favorevoli al credito bancario, introduzione di un sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve in eccesso detenute dalle banche.