20 anni di facebook

L’azienda nata in un campus universitario ha cambiato la nostra epoca

Nel bene e nel male

Dalle acquisizioni, agli scandali, a Wall Street

Ecco una cronistoria della creatura di Mark Zuckerberg diventata Meta

di Luca Salvioli
Una stanza
ad Harvard
La genesi rientra perfettamente nel mito della Silicon Valley. Una stanza universitaria. Poi Palo Alto. L’imprenditore navigato che aiuta i più giovani. Il no alle acquisizioni
20
04
4 febbraio
Zuckerberg e i cofondatori Dustin Moskovitz, Chris Huges e Eduardo Saverin lanciano “TheFacebook” per gli studenti di Harvard. È una evoluzione di Facemash, messo online da Zuckerberg l’anno prima. Tra le altre cose permetteva di votare la ragazza più bella del campus. Un mese dopo TheFacebook aprirà agli studenti di Yale, Columbia e Stanford. Diventa un fenomeno in tutti i campus degli Stati Uniti.
Giugno
L’azienda si sposta a Palo Alto, in una casa in affitto che farà da headquarter. Prima di Menlo Park. L'incontro decisivo è con Sean Parker, tra i fondatori di Napster, anche lui poco più che ventenne. Introduce Zuckerberg agli investitori della Silicon Valley. Il cofondatore di PayPal, Peter Thiel, investe 500mila dollari
06
Luglio
Facebook (dal nome è sparito “the”) si è ormai allargato alle scuole superiore. Nel 2005 MTV Networks si era fatta avanti per rilevare il social network, fanno lo stesso, con maggiore generosità, Yahoo! e Microsoft. Terry Semel, il ceo di Yahoo! ai tempi dell'offerta da un miliardo di dollari, nel 2006, confessò: «Non ho mai conosciuto nessuno capace di rifiutare un’offerta del genere. Ci disse: "Non c’entra il prezzo. È la mia creatura, non voglio darla via, voglio farla crescere". Non potevo crederci»
07
24 ottobre
Microsoft compra l’1,6% delle azioni di Facebook, che non è ancora quotata, per 240 milioni di dollari. L’investimento valuta l’azienda 15 miliardi di dollari. Molti osservatori al tempo l’avevano giudicato troppo generoso. Oggi Meta, ex Facebook, ha una capitalizzazione superiore al trilione di dollari. Un club, in ambito tech, che include Microsoft, Apple, Amazon, Alphabet e NVIDIA.
Il social diventa grande
L’estate del 2008 è il momento del boom di iscrizioni a Facebook in Italia. Ormai è un fenomeno globale. Ma Zuckerberg ha bisogno di aiuto per fare crescere l’azienda
20
08
4 marzo
Facebook assume Sheryl Sandberg come Coo. Viene da Google, dove era vicedirettore per le vendite online globali. Al suo attivo ha anche il lancio della fondazione filantropica Google.org. Prima ancora è stata capo di staff presso il Dipartimento del Tesoro americano. Laureata a Harvard. Per molti, il primo adulto che entra nella stanza. Negli anni entrerà nel board (prima donna) e vicepresidente operativa.
09
10 agosto
Facebook compra FriendFeed, una start-up californiana fondata da quattro ex Google. Viene letta come mossa anti- twitter sul tempo reale. È la prima di una serie di acquisizioni difensive che arriveranno negli anni.
10
1 ottobre
Esce “The social network” di David Fincher. Il film dedica molto spazio alle vicende legali tra cofondatori. È la consacrazione di Hollywood.
La quotazione a Wall Street
La creatura è ormai diventata grande. Il debutto a Wall Street è visto da molti con scetticismo. Saranno mesi difficili
20
12
9 aprile
È il giorno dell’acquisizione di Instagram per 1 miliardo di dollari. La cifra, con il senno di poi, è bassa. Sarà forse l’acquisizione più indovinata per Zuckerberg. Gli permetterà di contenere Snapchat, copiando alcune feature, e di avere pubblico più giovane.
18 maggio
Facebook si quota a Wall Street. Giornata storica per l’azienda. Ma l’inizio è molto complicato. Il prezzo viene tirato al rialzo fino all'ultimo: 38 dollari per azione. Il titolo entra in contrattazione in forte ritardo causa problemi tecnici che daranno poi luogo a cause e class action. Nei primi minuti viaggia in deciso rialzo, poi un calo durato.
4 settembre
Il titolo raggiunge il suo valore minimo sotto i 18 dollari. Gli investitori sono preoccupati perché sono gli anni in cui gli utenti, con le app, si spostano su mobile. L’azienda converte velocemente il business con il native advertising.
Le acquisizioni
È una stagione chiave per Zuckerberg. Arrivano i primi competitor. Facebook è già un social vecchio? L’azienda gioca d’anticipo
20
13
13 novembre
Facebook offre 3 miliardi per Snapchat. Questa volta è a lui che viene sbattuta la porta in faccia. Il ceo Evan Spiegel dice di no.
14
19 febbraio
Facebook compra Whatsapp per 19 miliardi di dollari. Una delle più costose acquisizioni in ambito tech della storia.
25 marzo
Facebook compra Oculus, produttore di un visore di realtà virtuale, per 2 miliardi di dollari.
16
21 febbraio
Durante il Mobile World Congress di Barcellona, Mark Zuckerberg si presenta a sorpresa durante l’evento di Samsung per presentare una partnership con Oculus. Mentre si guadagna il palco tutta la platea ha il visore indossato. È una foto distopica, si direbbe oggi, che fa il giro del mondo. Zuckerberg inizia a cavalcare l’idea del metaverso come prossima frontiera tecnologica. Non sarà così.
Lo scandalo
Il momento più difficile per Zuckerberg. L’azienda lo supererà, ma resterà un danno di immagine sulla sua leadership
20
18
17 marzo
Scandalo Cambridge Analytica. È il 17 marzo 2018, quando il New York Times e The Observer scatenano il caso Cambridge Analytica. La società londinese viene accusata di aver utilizzato, in modo illegale, i dati personali di 50milioni di utenti Facebook a scopo elettorale.
22 marzo
Mark Zuckerberg scrive un post nel quale chiede scusa per quanto successo e sottolinea che Facebook ha commesso degli errori.
10 aprile
Zuckerberg compare davanti al Congresso degli Stati Uniti. È teso, va in difficoltà in alcuni momenti. È tuttavia un’audizione durante la quale emerge una linea piuttosto morbida della politica americana nei confronti di Facebook.
2 maggio
Cambridge Analytica dichiara fallimento
10 aprile
Le azioni di Facebook tornano a respirare: il valore ritorna ad essere uguale ai giorni prescandalo, dopo un crollo del 30%. Tutto finito, insomma. Nei mesi successivi, però, Facebook sarà multata: 5 miliardi di dollari e il caso viene chiuso. Ma rimane una pietra miliare in fatto di dati personali e Internet
Facebook diventa Meta
Un nuovo nome per entrare nel metaverso. Che, però, resta una chimera
20
21
Ottobre
Facebook Inc. cambia nome in Meta Platforms Inc. L’idea del rebranding è concentrarsi sulla costruzione del “metaverso”. Facebook rimarrà comunque il nome del social network a sfondo blu.
4-5 ottobre
Il più grande blackout per Meta. Ci vorranno quasi sette ore per tornare, parzialmente e lentamente, online. Il down coinvolge tutti i siti e servizi del gruppo e anche gli stessi dipendenti di Menlo Park con telefoni e badge fuori uso.
22
Febbraio
Per la prima volta il numero di utenti giornaliero cala. 1,929 miliardi di persone contro le 1,930 del precedente trimestre. L’azienda avverte che la crescita dei ricavi risente della competizione di Tik Tok e YouTube.
Novembre
Meta licenzia 11mila dipendenti, il 13% della forza lavoro. A pesare sono la crisi economica e le ricadute dell’investimento sul metaverso. Mark Zuckerberg tiene la barra dritta sulla sua strategia focalizzata sul metaverso. Ma la scommessa sulla realtà virtuale si tramuta ora in un’ondata di tagli occupazionali, la prima nei diciotto anni di storia.
23
4 luglio
Meta lancia Threads. Viene presentata come la app di discussione di Instagram, e non è immediatamente disponibile per gli utenti europei, per problemi legati al trattamento dei dati personali. In Europa, infatti, le maglie sono meno lasche rispetto agli Stati Uniti. Da noi arriverà il 14 dicembre dello stesso anno. Si tratta di un nuovo social che si aggiunge ai mondi di Meta. Molto collegato a Instagram, anche se ricorda X, l’ex twitter ora nelle mani di Elon Musk. Una sorta di app di messaggistica più visual rispetto a twitter. Il numero di utenti cresce nei primi mesi, ma è troppo presto per fare un bilancio, perché sul ritmo di crescita e interazioni ci sono ancora dubbi.
24
1 Febbraio
I leader di alcuni tra i principali social network vengono convocati davanti al congresso degli Stati Uniti per testimoniare sul tema delle violenze sui minori via social: abusi sessuali, sfruttamenti, suicidi, traffico di armi e di droga e prostituzione. Mark Zuckerberg è il più bersagliato di domande. Un senatore gli chiede se vuole porgere le sue scuse ai parenti delle vittime. Lui si gira, dice loro “mi dispiace per tutto quello che avete passato, è terribile. Nessuno dovrebbe subire le cose che hanno sofferto le vostre famiglie”. Aggiunge che Meta sta lavorando a tecnologie di tutela dei minori e impiega 40mila moderatori. È all’esame del Congresso una legislazione che vuole obbligare queste società a rendere conto del materiale pubblicato sulle loro piattaforme. A finire sotto accusa anche i capi di TikTok, Snap, X e Discord.
23 Febbraio
A vent’anni dalla sua nascita, la creatura di Mark Zuckerberg è diventata una galassia. Quanto successo in questi giorni racconta bene quale fase stia vivendo: battaglie con le grandi autorità di regolamentazione, controversie sulle protezioni ai minori e una percezione pubblica ormai diffusa di pericolosità e dipendenza legata a queste piattaforme. L’altro lato della medaglia però vede gli utenti in crescita. E gli utili altrettanto. In un contesto in cui i social media hanno ormai perso buona parte della connotazione social, valorizzando più l’algoritmo come ragione di attenzione rispetto alla rete di amicizie, nell’ultima trimestrale Meta porta risultati brillanti.

Utile netto a 14,02 miliardi di dollari, fatturato a 40,11 miliardi. Il numero di utenti che almeno una volta al giorno usa una delle app di Meta è pari a 3,19 miliardi nel mondo. Metà della popolazione mondiale. La performance è favorita dal ricorso a tecnologie di intelligenza artificiale, sulle quali l’azienda ha fortemente investito e che hanno contribuito a migliorare la precisione con cui la pubblicità arriva all’utente ideale.
 
 
 
 

 

Coordinamento: Luca Salvioli

 

Design director: Laura Cattaneo

 

Design : Andrea Marson, Alice Calvi e Luca Galimberti

 

Sviluppo: Marina Caporlingua e Renato Zitti Pozzi