Un'indagine sulle generazioni e il loro rapporto con il lavoro, in un excursus tra passato, presente e futuro.
Il termine "quiet-quitting” è diventato popolare nel 2022 attraverso un video TikTok di un giovane ingegnere statunitense, Zaid Khan Diversamente da quello che si potrebbe pensare, il concetto non è legato in modo letterale alle dimissioni: si riferisce infatti alla pratica di lavorare ma senza investire più tempo o risorse di quanto strettamente necessario.
premessa

Premessa

Lasciare il lavoro per perseguire le proprie passioni e farle diventare fonte di guadagno, trovare un impiego full-remote e trasferirsi lontano dal caos della città; e ancora cambiare il proprio approccio al lavoro per assicurarsi di non svolgere attività extra rispetto a quelle per cui si è pagati dal proprio datore di lavoro, pratica conosciuta come quiet quitting. Quante di queste storie hanno dominato non solo report e ricerche di settore, ma anche i più popolari magazine, online e non? Quanto rispecchiano la realtà e quanto sono esperienze diffuse?

La maggior parte degli studi che descrivono le evoluzioni del mondo del lavoro nell’era post-Covid parlano di comportamenti contrastanti tra generazioni, talvolta di scenari catastrofici, dove ogni generazione si scontra per cambiare - o mantenere - il mondo, secondo il proprio modo di vedere le cose. Solitamente, attraverso etichette e neologismi, la generazione più giovane presente nel mondo del lavoro viene descritta come molto diversa rispetto a tutte le altre. Questi report sono generalmente redatti da una prospettiva anglosassone e offrono un punto di vista solo parzialmente applicabile al contesto europeo. Certo è che raccontano di un mondo del lavoro più umano e ridimensionato — qualcosa che, sulla carta, potrebbe davvero migliorare la qualità della vita del lavoratore medio, fattore che ha probabilmente determinato la spiccata e immediata popolarità di articoli e notizie che descrivevano queste esperienze.

Con l’obiettivo di proporre un punto di vista originale ed europeo, rispetto ai cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo del lavoro e delle organizzazioni è stato avviato un progetto di ricerca della durata di un anno, articolato in più fasi, culminato con la stesura di un report e la presentazione delle evidenze principali durante un evento dedicato lo scorso febbraio 2024.

La ricerca è stata concepita considerando l'intero ciclo lavorativo di una persona: dal momento in cui si affaccia al mondo del lavoro, iniziando uno stage o il primo impiego, fino alle prime difficoltà e ai primi successi, passando per le ambizioni future. La lente generazionale ha fatto da guida per la progettazione della ricerca e per l’analisi, pur avendo la consapevolezza che il lavoro è anche, e da sempre, una questione di esigenze, pensieri e desideri legati alla fase della vita in cui ci si trova, non solo di gruppo di età a cui si appartiene.

I risultati del progetto sono frutto della distribuzione di un questionario di 31 domande a 2,000 persone, appartenenti alle quattro generazioni attualmente presenti nel mondo del lavoro: Baby Boomers, Gen X, Gen Y (conosciuti anche come Millennial) e Gen Z, residenti in Italia, Spagna, Francia, Germania e Svezia. Una ricerca su trend emergenti e fenomeni socio culturali ha arricchito le evidenze raccolte tramite la survey e infine una live discussion di una giornata in presenza con 8 lavoratori, rappresentanti delle quattro generazioni, ha permesso di avere una visione ravvicinata delle storie ed esperienze delle persone alla ricerca di punti di vicinanza e lontananza tra i diversi gruppi d’età.

Il nostro bacino di indagine
Il campione è composto da 2.018 persone, equamente distribuite tra Italia, Francia, Germania, Spagna e Svezia. Per ogni Paese sono state prese in esame le principali quattro diverse generazioni che popolano il mondo del lavoro oggi: i cosiddetti Baby Boomers (1946-1964), la Gen X (1965-1980), la Gen Y (1981-1996) e la Gen Z (1997-2010).
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  • Laurea magistrale o phd
  • laurea triennale
  • diploma superiore
  • diploma professionale
  • Diploma di scuola media o elementare
  • senza diploma
  • altro
intro

Intro

Nel quadro di una forza lavoro in continua evoluzione, le sfumature dei passaggi generazionali sono spesso oscurate dal ritmo incessante del cambiamento. Comprendere queste evoluzioni è cruciale per chiunque sia interessato al futuro del mondo del lavoro.

Il Report 2024 di MAIZE sul Generations Debate offre una chiave di lettura su come i Baby Boomer, la Generazione X, i Millennial (Gen Y) e la Gen Z stanno navigando l’ambiente lavorativo moderno. E su come, nonostante le apparenti differenze, i loro desiderata e le sfide che si trovano ad affrontare convergano in modo sorprendente. Esploriamo quindi il passato, il presente e il futuro di questi gruppi generazionali e cosa questa fotografia significa per il mondo del lavoro di domani.

Tipologia di occupazione e livello di istruzione degli intervistati
Il sample è composto principalmente da dipendenti di aziende private; quelli pubblici costituiscono solo una piccola parte. Il livello di istruzione medio dei partecipanti è tendenzialmente alto.
Il termine “permacrisi”, nato dalla fusione delle parole “permanente“ e “crisi“, è apparso per la prima volta nel 1975 in una pubblicazione sul capitalismo e le politiche pubbliche. Descrive come, uno dopo l'altro, eventi negativi inaspettati abbiano peggiorato le condizioni in cui viviamo. Formalmente, il Collins Dictionary lo definisce “un periodo prolungato di instabilità e insicurezza, specialmente se derivante da una serie di eventi catastrofici” e l'ha scelta come parola dell'anno 2022.
La gig economy viene definita come un "modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, e non sulle prestazioni lavorative stabili e continuative, caratterizzate da maggiori garanzie contrattuali." (Treccani, 2018)
Nel contesto della creator economy, essere un creator significa produrre - e potenzialmente monetizzare - contenuti originali condivisi su piattaforme online.
Viene definito "side-job" un lavoro che viene intrapreso in aggiunta al proprio impiego principale, che sia per passione o per incrementare le proprie entrate economiche.
analisi

L'eredità dei Baby Boomer e della Generazione X

Per apprezzare il presente e proiettarsi più saldamente verso il futuro, ha senso iniziare guardando indietro. I Baby Boomer, nati tra il 1946 e il 1964, sono entrati nel lavoro in un mondo post-bellico ricco di opportunità. La loro istruzione metteva al primo posto la stabilità e i percorsi di carriera tradizionali, riflettendo un'epoca in cui un lavoro era spesso un impegno a vita. Gli anni formativi di questa generazione sono stati caratterizzati da una costante ascesa nella gerarchia aziendale, guidata dai valori di lealtà e perseveranza. Secondo il report, ben il 40% dei Baby Boomer continua a non prevedere alcun cambiamento significativo nel proprio percorso di carriera che vede stabile e chiaro fino all’età pensionabile.

La Generazione X, nata tra il 1965 e il 1980, è quella che ha vissuto le prime rivoluzioni tecnologiche degne di nota. La loro istruzione è stata una combinazione di metodi tradizionali e innovativi, che li ha preparati ad un panorama lavorativo che iniziava a richiedere maggiore adattabilità. Pionieri di un mercato del lavoro dinamico, si sono spesso trovati a gestire più ruoli e a ridefinire gli stessi percorsi di carriera. A dimostrazione della loro perseveranza, i Gen Xers sono altamente capaci di adattamento, spesso cambiando ruolo (o anche carriera) per seguire l’evoluzione del mercato del lavoro. Tra gli intervistati, con oltre il 24%, spicca chi almeno una volta si è trasferito in un'altra città auspicando migliori prospettive economiche.

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si è trasferito in un'altra città per cercare prospettive economiche migliori

Millennial e Gen Z, la nuova avanguardia

Con l'inizio degli anni '80 e '90 sono sopraggiunti i Millennial. Portatori della rivoluzione di internet, sono cresciuti con una visione del mondo modellata da una connettività senza precedenti. La loro istruzione, intrisa di tecnologia e consapevolezza globale, li ha preparati per carriere tanto incentrate sulla passione quanto sull’attenzione allo stipendio. A differenza dei loro predecessori, i Millennial sono entrati nel mondo del lavoro con una maggiore consapevolezza dei concetti di scopo e allineamento ai valori personali, sia pur non senza dover affrontare un mercato a volte estremamente tumultuoso. Il report rivela infatti che, oggi, circa un Millennial su due ritiene prioritario l'equilibrio tra vita privata e lavorativa e la sicurezza del lavoro, riflettendo l’importanza percepita di una vita professionale in armonia con quella personale.

La Generazione Z, i nativi digitali nati tra il 1997 e il 2010, porta un nuovo insieme di aspettative. La loro istruzione integra perfettamente la tecnologia, valorizzando flessibilità e rapida capacità di adattamento. All’alba del loro percorso professionale, la Gen Z non cerca solo “un lavoro”, bensì ruoli che risuonino con i loro valori fondamentali pur offrendo flessibilità e opportunità di sviluppo delle competenze sin dal giorno zero. Interessante in tal senso è notare come circa uno su tre degli intervistati che “apprezza l'opportunità di sperimentare con progetti diversi” appartenga proprio alla Gen Z: più del doppio rispetto ai Boomers.

In un mondo ideale...
In un mondo ideale, in cui la retribuzione non sarebbe un fattore decisivo, l'equilibrio tra lavoro e vita privata sarebbe comunque il motivo numero uno per cambiare datore di lavoro. Tutte le generazioni apprezzerebbero allo stesso modo il fatto di lavorare con persone preziose per la loro crescita personale e professionale. La sperimentazione e il lavoro con un alto grado di autonomia sono al terzo posto in termini di importanza. Essere parte di un'organizzazione che ha un impatto positivo sulle persone e sul pianeta è sorprendentemente l'opzione meno selezionata in assoluto.
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  • baby boomers
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  • gen y
  • gen z

Il lavoro oggi: un misto di influenze generazionali

Il lavoro e il luogo in cui esso si svolge — digitale, fisico o ibrido che sia — è un assortimento di queste influenze generazionali. Il report Generations debate, che esamina questo paesaggio dinamico, supporta innanzitutto una teoria, e cioè che l'equilibrio tra vita e lavoro è il fil rouge che intreccia il percorso di carriera di tutte le generazioni. La pandemia, più di ogni altro fattore, ha messo in risalto questa necessità, rendendo la salute mentale e la flessibilità componenti essenziali per una vita lavorativa soddisfacente.

Non stiamo parlando di una richiesta da intendere come un premio, infatti, bensì della principale prerogativa, per tutte le fasce d’età e spesso con un ampio margine rispetto alla seconda ovvero la a solidità del contratto. Certo è che, in ogni caso, le incertezze legate alle contingenze economiche e i tassi di inflazione elevati abbiano aumentato l'importanza del senso di stabilità nel lavoro, e dunque di contratti a lungo termine. È in questo contesto che nasce il concetto di permacrisi, che descrive periodi estesi di instabilità e riflette adeguatamente l'incertezza continua a cui i lavoratori devono sottostare. La questione finanziaria, dunque, è diventata più fondamentale che mai, con oltre l'80% degli intervistati preoccupato per l'aumento del costo della vita e costretto di conseguenza ad aggiustare le proprie abitudini di spesa.

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si dice preoccupato per l’aumento del costo della vita

Spostandoci sul fronte dello spazio, scopriamo come l’ufficio tradizionale si sia trasformato rapidamente in un modello a matrice più ibrida, bilanciando il lavoro remoto e in presenza. Tutte le generazioni riconoscono i vantaggi delle condizioni di lavoro flessibili, pensando al posto di lavoro fisico meno come ad un obbligo quotidiano e più come un luogo deputato alla collaborazione e alla creatività.

Assieme ad una rimodulazione dello spazio, anche lo sviluppo della carriera e l'allineamento con i valori organizzativi occupano un posto centrale nel mondo del lavoro di oggi. Non si tratta più solo di timbrare il cartellino o pensare alla propria professione come a uno status; diventa sempre più importante l’apprendimento continuo, ma anche — e soprattutto — il bisogno di trovare un significato e uno scopo nel lavoro.

I Millennial e la Gen Z sono particolarmente aperti nel dichiarare di voler lavorare per aziende che riflettono i loro valori, specialmente in materia di responsabilità sociale e ambientale. Il nostro report, tuttavia, evidenzia come questa sia una priorità più nelle intenzioni che nella pratica: solo il 15% degli intervistati (tra tutte le generazioni) esprime di aver dato la priorità assoluta a lavorare per “aziende con un impatto positivo sulle persone e sul pianeta”, suggerendo che il benessere personale, la stabilità e la crescita rimangono i fattori chiave.

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vuole lavorare per aziende con un impatto positivo su persone e pianeta

La volatilità del paesaggio economico ha spinto i lavoratori di tutte le generazioni a cercare ulteriori fonti di reddito attraverso lavori secondari o idee imprenditoriali di vario tipo. È un altro dei punti di interesse evidenziati dal report. La gig economy e le opportunità fornite dalle piattaforme digitali hanno aperto nuove vie per monetizzare competenze e hobby, fondendo passione e professione in modi del tutto inediti. Va comunque sottolineato che, per la maggior parte dei cosiddetti creator, questo tipo di lavoro rimanga non autonomamente sostenibile, e quindi pur sempre una forma di side-job.

Uno sguardo avanti tra aspettative e aspirazioni

Guardando al futuro, le aspettative e le aspirazioni di queste generazioni si manifestano in modo deciso. La Generazione Z si professa pronta a guidare un cambiamento verso percorsi di carriera diversificati e flessibili, cercando ruoli che offrano non solo uno stipendio, ma anche una piattaforma per fare la differenza — sono pur sempre l'avanguardia di una forza lavoro che richiede responsabilità sociale e ambientale dai loro datori di lavoro.

Gli ingredienti migliori per un'organizzazione di successo in futuro
Secondo il campione - composto da dipendenti di aziende di varie dimensioni private e in piccola parte pubbliche e proprietari di piccole imprese - in futuro, per avere successo le organizzazioni dovranno scovare i migliori talenti del mercato, prestare attenzione a questioni sociali, ottimizzare le risorse e in ultimo lavorare su nuove idee da portare velocemente sul mercato.
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I Millennial continuano la loro ricerca di crescita e allineamento con i valori personali. Mentre assumono ruoli di leadership, portano con sé il desiderio di promuovere ambienti di lavoro inclusivi, innovativi e dinamici. Ispirati da uno spirito imprenditoriale e con sete di apprendimento continuo, i Gen Y sono sempre alla ricerca di opportunità di sfida e miglioramento: secondo i dati raccolti nel report, infatti, i Millennial sono i più propensi a lasciare i loro posti di lavoro se intercettano migliori opportunità allineate con i loro valori.

Quanto alla Generazione X e ai Baby Boomer: pur concentrandosi sulla sicurezza del lavoro e la stabilità mentre si avvicinano progressivamente alla pensione, il 40% dei secondi non prevede cambiamenti significativi di percorso e rimane desideroso di tenere aggiornato lo sviluppo professionale e di dare contributi significativi a chi verrà dopo di loro. Nel ruolo di “saggi”, cercano ruoli da mentore e opportunità di condividere la loro conoscenza e impegnarsi nella creazione di cultura organizzativa.

Il futuro luogo di lavoro è destinato a essere uno spazio più flessibile e adattivo, con modelli di lavoro remoto e ibrido che diventano sempre più la norma. I progressi tecnologici continueranno a ridefinire il concetto stesso di professione, rendendo gli strumenti e le piattaforme digitali integrate alle operazioni quotidiane e tendendo a promuovere collaborazione, creatività e produttività: il 21% degli intervistati, infatti, crede che la tecnologia giocherà un ruolo critico nel dare forma al futuro del lavoro più di ogni altro fattore.

Il futuro degli spazi del lavoro secondo le generazioni
La maggior parte dei lavoratori concorda sul fatto che, nella loro visione dello spazio di lavoro futuro, gli uffici saranno fortemente influenzati dall'introduzione dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico e che saranno progettati per consentire ai dipendenti di raggiungere un livello più elevato di benessere. Un futuro in cui un ufficio non esisterà proprio, invece, appare ancora lontano.
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Ci sono, da ultimo, i programmi di welfare, che stanno diventando sempre più un fattore decisivo nelle richieste dei dipendenti di tutte le generazioni. Il rapporto evidenzia che il 60% degli intervistati valuta meglio le organizzazioni che forniscono benefici completi di welfare, come assicurazione sanitaria, piani pensionistici e supporto per la salute mentale.

In particolare, la Gen Y e la Gen Z mostrano una maggiore preferenza per i datori di lavoro che offrono pacchetti di welfare robusti, con il 65% della Gen Y e il 70% della Gen Z che indica questi benefici come cruciali per la loro soddisfazione lavorativa: una tendenza che sottolinea la crescente domanda di programmi di welfare che non solo affrontino le esigenze sanitarie immediate, ma forniscano anche sicurezza a lungo termine e supporto per il benessere psicologico.

conclusione

Conclusione

Riflettendo sui risultati del Report 2024 sul Generations Debate, è evidente che, nonostante alcune differenze tra fasce d’età, le priorità e le preoccupazioni dei lavoratori siano largamente condivise e sorprendentemente simili.

L’excursus tra passato, presente e futuro rivela non solo l'evoluzione del lavoro, ma anche la ricerca di un significato dietro allo stesso, oltre ai principi cardine di stabilità e crescita.

Tutte le generazioni danno enorme valore all'equilibrio tra vita e lavoro, alla stabilità dello stesso — e alle opportunità di crescita professionale. Man mano che lavoro e spazio ad esso adibito continueranno ad evolversi, le organizzazioni dovranno adattarsi per soddisfare queste esigenze, promuovere ambienti flessibili, di supporto, e allineati ai valori dei dipendenti, alla ricerca di un panorama professionale più inclusivo, sostenibile e appagante.