Youth4Climate, il Papa sul clima: «Non c’è più tempo, servono decisioni sagge»
Bergoglio in un videomessaggio a Youth4Climate. Il ministro dell’Istruzione Bianchi: «L’educazione è cruciale per la lotta al cambiamento climatico»
Bergoglio in un videomessaggio a Youth4Climate. Il ministro dell’Istruzione Bianchi: «L’educazione è cruciale per la lotta al cambiamento climatico»
Sul clima «servono decisioni sagge per il bene comune». Lo ha detto in un Papa Francesco in un videomessaggio inviato a Youth4Climate, con circa 400 giovani da 187 Paesi del mondo, alla vigilia della pre-Cop26, a Milano.
Il pontefice ha poi rinnovato l’appello, all’Assemblea del Consiglio d’Europa riunito a Strasburgo: «Non c’è più tempo di aspettare, bisogna agire». Nella sezione dedicata all’educazione climatica della conferenza milanese, il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi ha detto che «l’educazione è fondamentale per la lotta al cambiamento climatico e non solo».
Il Papa: grazie giovani, mettete gli adulti in crisi
Il Papa ha ringraziato i giovani della Youth4Climate per i loro i sogni e i «progetti di bene» puntualizzand: «Questa visione è capace di mettere in crisi il mondo degli adulti, poiché rivela il fatto che non solo siete preparati all’azione, ma siete anche disponibili all’ascolto paziente, al dialogo costruttivo e alla comprensione reciproca».
Il Papa ha incoraggiato i giovani, impegnati nella conferenza , «a unire gli sforzi mediante un’ampia alleanza educativa per formare generazioni salde nel bene, mature, capaci di superare le frammentazioni e di ricostruire il tessuto delle relazioni di modo che possiamo giungere a una umanità più fraterna. Si dice che siete il futuro, ma in queste cose - ha sottolineato Papa Francesco - siete il presente, siete quelli che stanno costruendo oggi, nel presente, il futuro».
«Il Patto Educativo Globale, che è stato lanciato nel 2019, va in questa direzione e cerca di dare risposte condivise al cambiamento storico che l’umanità sta sperimentando e che la pandemia ha reso ancora più evidente. Le soluzioni tecniche e politiche non sono sufficienti - ha proseguito il Pontefice - se non sono sostenute dalla responsabilità di ogni membro e da un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente. Ci dev’essere armonia tra le persone, uomini e donne, e l’ambiente. Non siamo nemici, non siamo indifferenti. Facciamo parte di questa armonia cosmica».
Il Papa ha invitato tutti a prendere decisioni “sagge” per il futuro del pianeta. «Attraverso idee e progetti comuni si potranno trovare soluzioni che superino la povertà energetica e che pongano la cura dei beni comuni al centro delle politiche nazionali e internazionali, favorendo la produzione sostenibile, l’economia circolare, la messa in comune delle tecnologie adeguate. È il momento di prendere decisioni sagge - è l’appello del Pontefice - affinché si sappiano valorizzare le molte esperienze acquisite negli ultimi anni, al fine di rendere possibile una cultura della cura, una cultura del condividere responsabile».
Il ministro Bianchi: «Una straordinaria opportunità»
«Lavorare sull’educazione vuol dire lavorare su noi stessi. Parliamo di rigenerare le opportunità e le opportunità per tutti.
Questa è una straordinaria opportunità» ha detto il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi in videocollegamento alla sezione dedicata all’educazione al clima, aggiungendo: «Dobbiamo lavorare sul cambiamento climatico, sull’ambiente, sull’ambiente sociale e sull’integrazione di strumenti educativi per dare a tutti l’opportunità di andare a scuola. Oggi siamo pieni di informazioni, ora la scuola deve dare la capacità di capire ed insegnare tutti gli strumenti. Il dialogo è cruciale. Questa è una straordinaria opportunità per capire gli altri. Gli altri non sono nemici, sono possibili amici. L’educazione è cruciale, non solo nella lotta al cambiamento climatico, ma anche nella creazione di un nuovo approccio alla vita». Il ministro ha quindi ricordato che in Italia è stato avviato il piano ’RiGenerazione scuola’, per la transizione ecologica e culturale delle scuole.
«Dobbiamo rigenerare la conoscenza, le attitudini, le infrastrutture. Soprattutto le opportunità. Con l’Unesco stiamo lavorando a un’alleanza globale per l’educazione che abbia come scopo l’integrazione dei nostri sistemi educativi. Serve ristabilire quei valori che fanno da pilastri all’integrazione così da garantire a tutti le stesse opportunità. La scuola è il posto dove possiamo creare nuove comunità, che sono forti se sono in grado non solo di combattere insieme contro il cambiamento climatico, ma di avere nuove condizioni globali in cui ciascuno può capire gli altri nel dialogo».
Cingolani: recuperare con Paesi vulnerabili
Nella giornata del 29 settembre è intervenuto anche il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cigolani. Stimolato su un commento alle parole del discorso dell’attivista svedese del giorno precedente ha ribattuto: «Greta non ha detto che noi siamo solo chiacchiere, ma che c’è stato troppo bla bla bla. Probabilmente ha anche ragione». «Nessun fastidio - ha aggiunto il ministro - le proteste servono a pensare».
Inoltre in un’intervista la Tg3 il ministro ha detto che il primo passo da fare «è cercare di finanziare opportunamente il recupero dei paesi vulnerabili. Noi paesi più ricchi in questo momento siamo un po' in debito. Avevamo promesso 100 miliardi l'anno e non abbiamo raggiunto questa cifra, il Covid non ha aiutato ma dobbiamo recuperare perché se non diminuiamo la disuguaglianza sarà difficilissima la lotta al cambiamento climatico».
Nella programmazione della finanziaria «stiamo ragionando proprio sull'aumento del nostro sostegno. Ovviamente non basta l'Italia, deve essere un sostegno globale da parte di tutti i paesi avanzati. I 100 miliardi non sono neanche sufficienti, per l'uguaglianza climatica si parla di cifre maggiori. Per quello che posso da questo punto di vista io spingo fortemente e so anche che il presidente Draghi è molto allineato su questa posizione» ha aggiunto Cingolani.
Inoltre il ministro ha spiegato che i tempi per un miglioramento delle condizioni ambientali del Pianeta sono lunghi: «abbiamo delle misure che si possono attuare immediatamente e che possono migliorare soprattutto negli ambiti urbani, mobilità e traffico. Ma dobbiamo essere molto onesti: le verifiche le faremo nel 2030 quando andremo a vedere il primo ’milestone’ dell’accordo di Parigi sul 55% di decarbonizzazione. Dobbiamo essere rapidissimi nell’installazione delle rinnovabili e nella mitigazione delle emissioni soprattutto del settore industriale e della mobilità».
Le proposte dei giovani
Durante la Youth4Climate, la conferenza internazionale dei giovani sulla crisi climatica (fino al 30 settembre) a cui partecipano 400 ragazzi da tutto il mondo, saranno elaborate proposte attorno a quattro temi strategici:
1) il ruolo dei giovani per sostenere l’ambizione nei negoziati;
2) la ripresa sostenibile;
3) il coinvolgimento degli attori non-governativi;
4) la creazione di una società consapevole dei cambiamenti climatici
Ogni tema corrisponde a un gruppo di lavoro che sarà guidato da due persone: un rappresentante dei giovani e un esperto senior di organizzazioni internazionali.
La bozza finale sarà presentata il 30 settembre in vista della Pre-Cop, la conferenza (1-2 ottobre) la riunione dei ministri dell’Ambiente in preparazione della Cop26, il vertice annuale sul clima dell'Onu in programma a Glasgow (31 ottobre- 12 novembre). Le proposte che saranno avanzate dai giovani saranno messe a disposizione dei successivi negoziati internazionali relativi all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ai dibattiti in seno all'Ecosoc e all'Unfccc.