AGGIORNAMENTO
11 Maggio, 2023
di Michela Finizio
hanno collaborato Gianni Trovati e Marta Casadei
È forse il capitolo più “famoso” del Pnrr, quello degli asili nido. In un paese che lotta contro la denatalità e la disoccupazione femminile, costruire (o ristrutturare) spazi per la prima infanzia per creare nuovi posti rappresenta un nodo cruciale. Questa pagina web dedicata alla “missione asili nido” resterà attiva fino alla fine del Pnrr, dedicata agli oltre 2.600 progetti finanziati nell’ambito del piano nazionale. Comune per comune, è possibile conoscere gli interventi e attivare il monitoraggio dei cantieri avviati, in collaborazione con Monithon.
Ora tutti gli occhi sono puntati sul prossimo obiettivo: aggiudicare il 100% dei lavori entro fine maggio, per riuscire a centrare l’obiettivo richiesto al 30 giugno dall’Unione europea. Gli enti locali rassicurano, ma la corsa coinvolge oltre 2mila soggetti attuatori e il Governo chiede rassicurazioni. L’alternativa è la proroga o il taglio dei posti.
A questa scadenza ne faranno seguito altre, fino alla fine del 2025, quando l’Italia potrà finalmente offrire alle famiglie 264mila nuovi posti negli asili nido.
Comune | Provincia | Regione | Numero progetti |
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Mentre il Paese vive il suo peggiore inverno demografico, l’obiettivo di creare nuovi posti nelle strutture per l’infanzia diventa la sfida più urgente del programma italiano di investimenti finanziati dal Recovery Plan dell’Unione europea, da attuare entro il 2026. Lo scarso tasso di copertura degli asili nido rispetto agli obiettivi europei – soprattutto nel Mezzogiorno – rappresenta uno dei più gravi ritardi strutturali nei servizi e nelle politiche per la famiglia.
Il forte valore simbolico del “Piano asili nido”, però, oggi rischia di far diventare questo capitolo del Pnrr l’emblema delle difficoltà legate alla sua attuazione. Entro il 31 maggio i Comuni che hanno chiesto i fondi del Pnrr per la costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia dovranno aggiudicare i lavori alle imprese. La scadenza è stata già spostata con il decreto Milleproroghe rispetto al 31 marzo, data prevista in origine. Il termine va rispettato per dare tempo ai controlli in vista del 30 giugno, giorno entro il quale vanno raggiunti una serie di obiettivi necessari per richiedere la quarta tranche dei fondi europei, pari a 16 miliardi di euro: tra questi, va aggiudicato il 100% dei lavori per gli asili nido.
Il Lab24 del Sole 24 Ore ha deciso di pubblicare questa pagina web, che resterà “attiva” fino alla fine del Pnrr, dedicata alla “missione asili nido”, con l’obiettivo di monitorarne lo stato di avanzamento. Comune per comune, è possibile conoscere gli interventi finanziati e per ciascuno è possibile partecipare al monitoraggio civico: così l’attuazione del Pnrr può essere monitorata, progetto per progetto, utilizzando la piattaforma Monithon per raccogliere informazioni sul progetto e valutarne l’avanzamento e l’efficacia.
La mappatura dei progetti finanziati è contenuto negli open data pubblicati sul sito di ItaliaDomani.gov.it sull’universo dei progetti attivati finanziati dal Pnrr identificati sulla piattaforma Regis al 1° marzo 2023. La piattaforma messa a punto dalla Ragioneria di Stato per monitorare i finanziamenti europei, alimentata dai singoli enti, rileva il codice identificativo del progetto, la tipologia di intervento, la sua localizzazione e il finanziamento ammesso. I dati sono stati poi incrociati con l’elenco dei progetti ammessi nelle graduatorie definitive pubblicate dal Miur (decreto direttoriale n. 110/2022).
In tutto si contano 2.653 interventi in circa 2mila Comuni italiani, per un importo medio pari a 1,35 milioni ciascuno. Alcune sono nuove costruzioni, altre demolizioni e ricostruzioni oppure ampliamenti, alcuni interventi sono riconversioni di edifici pubblici. Tutti prevedono la creazione di nuovi posti per asili nido.
In gioco per asili nido e scuole dell’infanzia ci sono 4,6 miliardi. Una parte finanzia progetti già in essere precedenti al Pnrr (700 milioni), un’altra le spese di gestione (900 milioni). La quota più cospicua è stata invece assegnata attraverso un nuovo bando da 3 miliardi di euro, di cui 2,4 destinati agli asili nido e i restanti 600 milioni per le scuole dell’infanzia.
A regime, se non ci saranno intoppi, l’offerta potrà contare su 264mila nuovi posti: al 31 dicembre 2020, secondo gli ultimi dati Istat, in Italia erano attivi solo 350.670 posti, di cui circa la metà (49%) all’interno di strutture pubbliche, a fronte di 653.487 bambini residenti tra 0 e 2 anni.
In particolare l’analisi si concentra sull’esito del bando più corposo, quello appunto da 2,4 miliardi, per gli asili nido: dall’analisi delle graduatorie definitive emerge la distribuzione territoriale dei 1.876 progetti ammessi con questo bando, il rapporto delle risorse stanziate con l’attuale indice di copertura degli asili nido esistenti e l’impatto di questi progetti nei territori dove pesa di più l’inverno demografico.
Inizialmente il bando ha ricevuto meno candidature del previsto. La prima pubblicazione, poi prorogata, si è conclusa con 953 domande presentate e 1,2 miliardi assegnati. Con il secondo bando erano state presentate 1.676 domande per 2 miliardi di euro. I 400 milioni rimanenti sono stati poi assegnati con un decreto ministeriale. Per altri 70 milioni è servito un ulteriore bando, in sostanza il quarto, dedicato esplicitamente a Comuni del Mezzogiorno, a cui sono arrivate altre 74 domande per gli ultimi 80 milioni di euro. Più sentita, invece, la partecipazione degli enti locali al bando sulle scuole per l’infanzia.
Analizzando i progetti ammessi, oltre metà delle risorse andranno a Comuni del Mezzogiorno, in linea con quanto previsto dal bando. In termini assoluti sono gli enti locali nelle province di Bari, Napoli, Cosenza e Salerno a incassare di più, aggiudicandosi il 14,3% dei finanziamenti.
Al contrario, le province che riceveranno meno fondi sono Gorizia e Prato. Qui l’indice di copertura degli asili nido (cioè i posti disponibili ogni 100 bambini sotto i 3 anni, inclusi quelli in strutture private) ha già raggiunto il target del 33% previsto per il 2027, come livello essenziale della prestazione fissato dal Governo Draghi.
Più in generale il 15% dei finanziamenti ammessi andrà a territori dove questo indice di copertura già supera in media il 33%, un obiettivo che questi territori sperano dii alzare ulteriormente raggiungendo il 45% raccomandato dal Consiglio europeo entro il 2030. Solo il 30% delle risorse, invece, andrà dove oggi si contano meno di 10 posti disponibili negli asili nido ogni 100 bambini residenti con meno di tre anni.
Quella degli asili nido, infine, diventa una sfida contro il declino demografico: il 36% delle risorse assegnate andrà a territori dove le previsioni demografiche Istat stimano un calo della popolazione infantile superiore al 10 per cento. Tra questi c’è Isernia: la provincia detiene il record negativo italiano nel tasso di natalità e soffre da anni lo spopolamento: qui dal Piano asili nido arriveranno fino a 10mila euro per ogni bambino potenzialmente interessato.
Ora tutti gli occhi sono puntati sul prossimo obiettivo: aggiudicare il 100% dei lavori entro fine giugno. Alle preoccupazioni sul rischio di ritardi, i Comuni rispondono rassicurando Palazzo Chigi e sottolineando che gli uffici locali hanno dovuto aspettare quattro mesi prima che fosse possibile sottoscrivere le convenzioni con il ministero. E da quel momento sono stati concessi loro solo sei mesi per redigere i progetti, attivare le gare e aggiudicare i lavori. Una grossa mano è arrivata da Invitalia, che ha portato al traguardo due procedure per 390 interventi (ricevendo peraltro 899 offerte).
Quando i soggetti attuatori sono più di 2mila, però, il target del 100% delle aggiudicazioni potrebbe diventare un problema e il negoziato con Bruxelles ha già mostrato margini di flessibilità risicatissimi.
Negli ultimi mesi, inoltre, sono state presentate 600 richieste di modifica dei progetti per via del rincaro dei materiali e dell’energia. Tra gli enti locali più esposti c’è anche Roma Capitale che con l’ultimo bando ha ottenuto finanziamenti per 8 progetti nell’ambito del Piano asili nido (6 nidi e due poli per l’infanzia). “La candidatura è stata presentata prima della guerra e della fiammata inflazionistica: ora dobbiamo trovare un ulteriore 30% di risorse necessarie per finanziare i progetti”, spiega l’assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture, Ornella Segnalini. “Dovremo cercarle nel bilancio del Comune oppure sperare che venga approvato un nuovo riparto delle risorse”, aggiunge.
A Roma assicurano che le gare verranno aggiudicate nei tempi. Qualche difficoltà emerge nel caricamento dei dati sulla piattaforma Regis: “Non dialoga con le altre piattaforme – racconta l’assessore – e in molti casi ci sono anche altri finanziamenti: questo significa che gli uffici sono costretti a lavorare su sistemi gestionali differenti che non sono tra di loro interoperabili”. E il personale scarseggia: “Lavorare in Comune è poco attrattivo, sia per gli stipendi che per le responsabilità. A Roma chi cerca un posto nella pubblica amministrazione trova alternative molto più appetibili”, conclude Segnalini.
La messa a terra del Piano asili nido del Pnrr coinvolge uffici nazionali e locali. Tutti, nel rimpallo delle responsabilità, si stanno giocano una partita cruciale per il Paese.