Dalla presidenza alla censura.
L’ultimo mese di Trump su Twitter

57.000 tweet in 12 anni. Prima che Twitter decidesse di chiuderlo per sempre, l’account @realDonaldTrump è stato uno dei più prolifici di sempre. In dodici anni l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha incentrato la sua comunicazione su Twitter sull’idea di un’America nuova, un’America da proteggere dall’ingiustizia. E il chiodo fisso è sempre stato “First America Again”.

Durante le Elezioni Presidenziali 2020, poco prima che i social network (compreso twitter) decidessero di bannarlo dalle loro piattaforme, Trump aveva incentrato i suoi cinguettii sulla lotta contro le “fake news” e contro la cosiddetta “election fraud”, fattori che stavano portando Biden alla vittoria.

L'intervento di Twitter

C’è da dire che i fari di Twitter sull’attività di Trump erano stati accesi già mesi prima delle elezioni americane. A causa della natura disinformativa di alcuni tweet, già il 26 maggio 2020, Twitter ha segnalato - per la prima volta nella storia - alcuni contenuti pubblicati dal presidente uscente con un “avviso di controllo” (flag). Una specie di rivoluzione, per i social network. Perché nessuna piattaforma aveva mai preso una posizione del genere in ambito politico prima d’allora.

In questa storia, il ruolo dei social media è stato determinante: non solo come lo strumento di propaganda più diffuso in America, ma anche come il luogo di nascita delle cosiddette echo-chambers.

Le echo-chambers sono un luogo metaforico in cui le proprie convinzioni vengono amplificate e rinforzate dalla comunicazione e dalla ripetizione, di determinati concetti, all’interno di un sistema chiuso (Wikipedia, camera dell'eco, 2018).

Da queste si è arrivati all’assalto a Capitol Hill, il 6 gennaio. Una manifestazione violenta che ha messo in grave difficoltà la democrazia statunitense. La conseguenza diretta a questo evento è stata l’eliminazione di Trump dai profili social. Facendolo diventare così capro espiatorio di un problema, legato alla natura dei social media, molto più vasto, dalla difficile risoluzione, e verso il quale c’è bisogno di una soluzione al più presto.