CONCERTI
& COVID19

Prima e dopo la pandemia

A cura di Francesco Prisco

Dopo la grande secca, il diluvio. Dopo il biennio più difficile della storia recente per la musica dal vivo, arriva una pioggia di date senza precedenti sulle venue italiane. Dopo due anni più o meno senza concerti, causa Covid, dall’1 aprile finalmente si è tornati al 100% di capienza. Grande occasione di ripartenza per un settore che, fino al 2019, con 516 milioni di business anche qui da noi era il segmento trainante dell’economia della musica. Un settore che si lascia alle spalle un calo dell’83% in due anni sul proprio giro d’affari. Ma può contare su un 64% di show in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

Come è cambiata la ricerca sui concerti?

FONTE: GOOGLE TRENDS

Sappiamo bene cosa c’è dietro di noi. Nel biennio 2020/2021 la musica dal vivo in Italia, più che in altri posti del mondo, ha subito una vera e propria demonizzazione. La linea dei governi Conte e Draghi è stata di rigore assoluto e il risultato, a livello economico, si è visto. Secondo i dati Siae, nel 2021 si sono tenuti 23.085 eventi, per un totale di 3,8 milioni di ingressi, 77 milioni di incassi e 85,4 milioni di spesa complessiva del pubblico. Dati irrisori rispetto a quelli del 2019, ultimo anno prima del Covid, quando qui da noi si celebravano 39.844 concerti per 15,3 milioni di ingressi, 443 milioni di incassi e 516,3 milioni di spesa del pubblico. Rispetto al 2020, annus horribilis in cui abbiamo sperimentato il coronavirus, è andata un po’ meglio sia per quanto riguarda gli ingressi (+45%) che per la spesa del pubblico (+56%) ma nel confronto con il 2019 abbiamo perso il 75% degli spettatori e l’83,4% dei ricavi.

Quanti concerti sono stati programmati
tra il 2019 e il 2021?

Interessante andare a vedere quali segmenti dell’offerta hanno sofferto di più. È stato un momento molto duro sia per la musica classica, passata da 51,3 a 18,4 milioni di giro d’affari dal 2019 al 2021, che per il jazz (da 11,4 a 5,8 milioni), ma nessuno ha sofferto come la musica leggera, i cui eventi sono passati da una spesa del pubblico da 453,4 milioni nel 2019 a quota 61,1 milioni nel 2021. E per un motivo molto semplice: quel segmento si nutre soprattutto di eventi medio grandi – concerti nei palazzetti e negli stadi – da 10mila spettatori a salire. Del tutto preclusi dalle normative anti contagio previste da marzo 2020 a marzo 2022

Quanti gli ingressi ai concerti?

Totale ingressi:

Adesso siamo finalmente ripartiti e assistiamo a un super affollamento senza precedenti, tra date nuove e riprogrammazioni di concerti dell’ultimo biennio. Dalle elaborazione del Sole 24 Ore sui dati di Ticketone, piattaforma di ticketing controllata dal gruppo tedesco Cts Eventim che qui da noi è leader di mercato, da aprile a dicembre tra nuove date e riprogrammazioni post Covid ci saranno 1.850 concerti, quasi sette a serata. Un numero sensibilmente maggiore rispetto ai 1.125 live dello stesso periodo 2019. All’1 aprile 2022 risultavano venduti 4,9 milioni di biglietti (+67% sul 2019) per un valore economico di 263 milioni (+65%). Resta costante, rispetto a tre anni fa, il prezzo medio del biglietto (54 euro).

Rispetto alle vendite dei concerti originariamente programmati due anni fa, si registrano 50mila biglietti re-immessi sul mercato grazie a piattaforma di re-ticketing. Sono poi oltre 921mila i biglietti per i quali è stato chiesto rimborso, per un valore di 57,1 milioni. Per quasi 631mila biglietti si è beneficiato di rimborso in denaro (41,4 milioni), mentre per altri 290mila biglietti si è beneficiato di voucher (15,6 milioni). Tra i possessori di voucher, là fuori ci sono quasi 126mila utenti che potranno «spendere» il credito maturato su nuovi eventi. Insomma: ci sono le premesse per una grande ripartenza, ma non è un processo facile, a causa di tre varianti. Innanzitutto la guerra in Ucraina che funge a disincentivo psicologico ai turisti internazionali della musica che, fino a due anni fa, non disdegnavano vacanze italiane più concerto.

Quanti concerti
in programma per il 2022?

  • MAG
  • GIU
  • LUG
  • AGO
  • SET
  • OTT
  • NOV
  • DIC

182

FONTE: VIVO CONCERTI

Poi c’è il tema delle materie prime. Pensiamo a legno, alluminio e acciaio, indispensabili per l’allestimento dei palchi: il loro prezzo, com’è noto, è schizzato ai massimi storici e questo rende particolarmente problematica la produzione di eventi i cui budget in molti casi erano stati chiusi nel 2019 e i biglietti venduti tra il 2020 e il 2021. Senza, insomma, la possibilità di scaricare l’aggravio di costi lungo la filiera. Quindi c’è il tema delle maestranze: molti lavoratori specializzati della musica - che, in questi due anni, sono rimasti fermi - si sono ricollocati altrove. Tre zavorre niente pale, per un comparto che ha bisogno di ripartire forte.