Quali sono i punti di forza di Google in questo processo?
In termini generali, Google ha un notevole vantaggio, e cioè che la giurisprudenza negli Stati Uniti che regola le aziende con posizione dominante è relativamente permissiva. Concede a queste aziende un’ampia libertà nella scelta delle strategie di marketing e di altre pratiche. Quindi, in generale, la giurisprudenza è favorevole loro. In questo caso però il pericolo per Google è che la giurisprudenza non è completamente favorevole e che il caso Microsoft costituisce la base per l’accusa del governo. Il caso Microsoft stabilisce che un’azienda dominante non può adottare determinate misure per negare ai rivali l’opportunità di avere accesso a risorse necessarie per sopravvivere, tra cui la distribuzione. Pertanto, se si pagano le risorse chiave (come i produttori di smartphone) con l’unico scopo di escludere un rivale da questa sezione cruciale dell’economia dei sistemi informativi, ciò può essere considerato un abuso di posizione dominante.
Finora come è andato il processo?
In questi primi giorni il governo ha cercato di dimostrare che Google era ben consapevole che i suoi rivali avessero bisogno di accedere agli smartphone per avere successo, e che essere il motore di ricerca predefinito era un enorme vantaggio. Gli utenti, infatti, non modificano facilmente le impostazioni predefinite – ottenere lo status di predefinito avrebbe quindi dato a Google un enorme vantaggio sui concorrenti. Uno dei documenti presentati a un testimone mercoledì descrive proprio l'impostazione di predefinito come decisiva e afferma che la strategia di Google sia stata quella di pagare quanto necessario per assicurarsi quella posizione esclusiva. Queste sono prove molto favorevoli per il governo. Google può provare a dire che c’erano validi motivi aziendali per farlo, per esempio spiegando che garantivano agli utenti un’esperienza migliore, ma il pericolo, già evidenziato dalle prove finora, è che esiste un percorso che il governo ha già intrapreso per stabilire una violazione di monopolio. E quel percorso è stato dimostrato essere vincente. Questo rappresenta una vera minaccia per Google.
Google dovrà suddividersi in diverse aziende se perde?
La suddivisione è una possibilità, ma i tribunali negli Stati Uniti l’hanno sempre affrontata con molta prudenza. Il governo avrebbe l’onere aggiuntivo di dimostrare che sia una soluzione appropriata. È più probabile che in caso di violazione accertata vengano adottate soluzioni che modifichino il comportamento di Google con l’imposizione di restrizioni.
E se vince, dovrà comunque subire delle modifiche?
Credo che anche se Google vincerà, il caso cambierà il suo comportamento. In tutto il mondo, ci sono già altri casi che stanno influenzando l'azienda (ci sono molte giurisdizioni che hanno sollevato casi di abuso di monopolio). Il solo fatto di dover rispondere a tutti questi casi è una distrazione per loro. È evidente che a livello dirigenziale stanno perdendo molto tempo per gestire questi processi: i dirigenti senior devono raccogliere documenti, fornire informazioni. E ogni ora trascorsa a fare questo è un’ora in cui non stanno svolgendo il loro lavoro. Ci sono anche molte altre evoluzioni che, a mio parere, stanno già influenzando il loro comportamento. Ad esempio, il Digital Markets Act sta entrando in vigore in Europa e Google dovrà quindi conformarsi alle disposizioni.
In che modo questo caso è diverso dagli antitrust precedenti?
La cosa principale che il governo è stato in grado di fare negli ultimi tre anni è stata esaminare molto più attentamente le prove. È evidente che sta studiando attentamente i documenti di Google – molti dei documenti presentati in tribunale e mostrati ai testimoni sono documenti generati nel 2003, 2004, 2005, quando Google stava mettendo insieme la strategia che doveva conferirgli una posizione di preminenza. Perciò hanno utilizzato gli ultimi tre anni fondamentalmente per ricostruire lo sviluppo dell’azienda, anno dopo anno, passo dopo passo. E stanno utilizzando queste prove per confrontare i testimoni dicendo: “Da questi documenti sembra che foste consapevoli che questi contratti avrebbero avuto l'effetto di escludere i concorrenti”.
Questa è una buona occasione per il governo di dimostrare che può regolamentare le big tech?
E' ancora un grande quesito se questo approccio alla supervisione sia superiore allo sviluppo di nuove norme. Potrebbero volerci tre anni interi per arrivare ad una risoluzione definitiva nel caso Google. Nel frattempo, il settore cambia. Ci sono nuovi sviluppi commerciali. Questo è un metodo lento per imporre in definitiva i controlli sull'azienda.
Questo caso antitrust sarà positivo per i consumatori?
L'interpretazione più favorevole è che il controllo del governo su Microsoft negli anni '90 e all'inizio degli anni 2000 ha dato alle nuove aziende tecnologiche, come Google e Apple, un po' di respiro, consentendo loro di emergere e crescere. L’ipotesi è che la crescita dei giganti della tecnologia di oggi non sarebbe avvenuta se non fosse stato per quella precedente causa contro Microsoft. Il presupposto chiave della tesi del governo nel caso Google è che ciò accadrà di nuovo se ci sarà un intervento efficace qui, perché darà ad altre aziende l’opportunità di provare metodi e introdurre servizi che altrimenti non avrebbero offerto.
Chi pensa che vincerà?
C'è ancora molta strada da fare: il processo durerà nove settimane. Ci saranno molte prove. E questi giorni sono come i primi cinque minuti di una partita di calcio.