Sei soddisfatto della città in cui vivi?
I risultati del sondaggio nelle città prese in esame. Sei le città italiane
È questo il podio della classifica stilata dalla sesta edizione del Rapporto 2023 sulla qualità della vita nelle città europee: il sondaggio, pubblicata per la prima volta nel 2007, misura la percezione dei cittadini di 83 centri urbani maggiori distribuiti in Europa (incluso il Regno Unito) o affacciati sul Mediterraneo, attraverso interviste effettuate nell’aprile 2023 ad un campione di 71.153 persone.
Al contrario la percezione peggiore si registra tra gli abitanti di Palermo, Atene e Istanbul dove solo il 65% (o meno) afferma di essere soddisfatto di vivere nella propria città. Con grandi differenze nel benessere percepito all’interno dello stesso paese, in particolare in Italia, Turchia e Grecia: nel nostro Paese, ad esempio, le percentuali di residenti soddisfatti della città in cui vivono oscillano tra l'89% di Verona e il 62% di Palermo, registrando una differenza di 27 punti percentuali.
Dai risultati di questa survey emerge il ruolo cruciale delle città nella sfida della coesione: nel periodo 2014-2020, circa 115 miliardi di euro di finanziamenti europei delle politiche di coesione sono stati investiti in città, paesi o aree suburbane; nell’attuale programmazione, lo sviluppo urbano sostenibile è stato rafforzato attraverso un livello più elevato di stanziamenti.
Le città, infatti, ospitano circa il 40% della popolazione dell’Unione europea, forniscono accesso a posti di lavoro e opportunità, trasporti pubblici e maggiore facilità di spostamento; le città però devono affrontare anche problemi sociali e ambientali, tra cui povertà, alti costi abitativi, discriminazione, criminalità, inquinamento atmosferico e rumore.
Il sondaggio sulle opinioni
A differenza della storica indagine del Sole 24 ORE sulla Qualità della vita nelle province italiane, l’indagine europea sulle 83 città prese in esame – di cui sei sono italiane (Palermo, Napoli, Roma, Bologna, Torino, Verona) - non raccoglie informazioni statistiche oggettive ma rileva l’opinione soggettiva dei cittadini in relazione a determinati aspetti della propria vita.
I risultati fotografano, quindi, il livello di soddisfazione percepita dai cittadini, non l’efficacia dei servizi o l’ampiezza di certi fenomeni urbani con dati statistici.
Molti aspetti correlati alla qualità della vita – costi abitativi, aria pulita, servizi culturali (ad esempio accesso ai musei), trasporti, opportunità di lavoro, rischi (ad esempio criminalità) – dipendono da dove vive una persona, motivo per cui il luogo di residenza influisce sulla qualità della vita.
Eppure, ci sono alcuni servizi che possono essere particolarmente rilevanti per alcuni gruppi specifici di persone, meno per altri: per questo motivo le risposte del questionario sono suddivise anche in base a quattro gruppi di rispondenti (immigrati, persone Lgbtq, famiglie con bambini piccoli e anziani).
I fattori analizzati sono diversi: sentimenti e percezioni riguardo al proprio tenore di vita, alla qualità della società e dell’ambiente che ci circonda. Misurare la qualità della vita percepita può essere particolarmente utile all’indomani di eventi importanti come la pandemia da Covid-19, che ha avuto un forte impatto sul benessere generale, dalla salute ai risultati socioeconomici.
Per questo motivo l’indagine fotografa la soddisfazione dei residenti nel vivere nella loro città e quanto questa è cambiata rispetto al 2019. Tra il 2019 e il 2023, ad esempio la felicità (soddisfazione percepita) è leggermente diminuita nella maggior parte delle città: si registra un calo significativo, di oltre 3 punti percentuali in 34 delle 76 città per cui è possibile un confronto.
Le maggiori diminuzioni di soddisfazione si rilevano a Londra (– 8%), Vienna (– 6%), Bologna (–6%) e Miskolc (-6%). Gli incrementi maggiori, invece, si osservano in Belgrado (+6%), Skopje (+4%) e Liegi (+3%). In particolare Belgrado e Skopje sono tra le 10 città con i livelli di soddisfazione più bassi, il che significa che sono riuscite a ridurre parte del divario con le città più “felici”.
La soddisfazione di vivere in città, inoltre, sembra aumentare moderatamente con il livello di istruzione dei residenti. Anche gli occupati a tempo pieno (87%) e i pensionati (89%) mostrano i più alti livelli di soddisfazione cittadina, leggermente più elevati anche tra i residenti over 55 (88%); mediamente più felici, in generale, le famiglie unipersonali e le coppie senza figli.
Confronto rispetto a cinque anni fa
Com’è cambiata la qualità della vita percepita nelle città
I record negativi italiani
La maglia nera, tra le 83 città considerate va al capoluogo siciliano: Palermo è all’ultimo posto, con il 62%, nella percentuale di «persone soddisfatte di vivere nella loro città», anche peggio di Atene e Istanbul che viaggiano con il 65 per cento.
Solo il 3% delle persone intervistate sostiene che la qualità della vita a Roma sia migliorata negli ultimi cinque anni. Dato basso anche a Bologna che porta a casa il terzultimo posto con una percentuale del 13 per cento di “ottimisti”.
Sul versante legato all’immigrazione, tra le dieci città con percentuale più bassa per l’accoglienza, c’è Roma con il 54% degli intervistati. All’estremo opposto, le percentuali più alte si registrano a Cardiff (95%) e Lisbona (90%).
Non meno importante il capitolo legato alla vita degli anziani. Zurigo assieme a Rostock, Luxembourg e Piatra Neamt viene considerata dal 95% dei cittadini intervistati “città migliore” per la vita di chi ha superato una certa età. Tra le dieci città con la percentuale di gradimento più bassa (all’ultimo posto si trova Istanbul con il 39%) c’è Roma con il 47%, poi Tirana con il 52%, Napoli con il 55% e Palermo con il 58 per cento.
La situazione non cambia di molto quando si chiede se la città sia il luogo migliore per vivere con bambini. Anche in questo caso agli ultimi posti, ossia tra le dieci città con la percentuale di soddisfazione o gradimento più basso, compaiono sempre Roma, Palermo e Napoli.
Inoltre, quando si affronta il capitolo sicurezza si scopre che l’87% degli intervistati di Copenhagen non ha paura a camminare di notte. A Roma, invece, questa percentuale precipita al 38% mentre a Napoli risale al 44%, la stessa di Istanbul.
Se poi si vuole cercare un lavoro, a Praga è facile per il 79% degli intervistati, così come a Monaco (72%). A Palermo la percentuale scende al 4% per risalire all’11% a Napoli e al 20% a Roma. Stesso discorso e posizioni quasi analoghe (seppure con percentuali più elevate) quando si parla di persone soddisfatte del proprio lavoro.
Tutto cambia, infine, quando si parla di trovare un alloggio a prezzo ragionevole. In questo caso Palermo balza nella classifica raggiungendo le prime dieci più in alto e sistemandosi al quinto posto con una percentuale del 63% (al primo c’è Aalborg con il 68%).
Anche la burocrazia caratterizza il divario tra nord e sud. A Zurigo l’83% degli intervistati sostiene che i tempi per le procedure siano ragionevoli. A Palermo a sostenere questa tesi è solo il 13% degli intervistati. A Roma il 17%, a Napoli il 27% e a Torino il 34%. Non va meglio quando si parla dell’accessibilità online ai servizi e alle informazioni della pubblica amministrazione.
L'Europa per i diversi settori
Benessere economico, ambiente, trasporti: le opinioni di dettaglio
Più felici nei centri urbani minori
Gli studi dimostrano che nei paesi più sviluppati, la felicità o il benessere soggettivo sono spesso più elevati nelle città più piccole che in quelle più grandi.
Ciò emerge anche dall’indagine europea: circa l'89% delle persone che vivono in una città con meno di 250mila abitanti sono soddisfatte di vivere in quella città; la media scende all’86% nelle città intermedie, mentre in tutte le grandi metropoli con più di 5 milioni di abitanti prese in esame (Madrid, Parigi, Londra, Ankara, Istanbul) il livello di soddisfazione dei cittadini è sotto la media.
Le pagelle città per città
Il livello di soddisfazione per le singole voci nelle città in esame
Più in generale nelle capitali europee il benessere percepito è inferiore rispetto alle altre città prese in esame. Mentre le capitali sono percepite come un luogo che offre maggiori opportunità di lavoro, le città più piccole sono percepite come un posto migliore in cui vivere, soprattutto per gli anziani e per le famiglie con bambini piccoli.
Le persone si sentono più sicure camminando da sole di notte nelle città più piccole e percepiscono la loro città come più pulita e meno rumorosa rispetto alle persone che vivono nelle città più grandi.
In media, le persone che vivono nelle città che non sono capitali di uno Stato membro sono più soddisfatte della disponibilità di spazi pubblici, assistenza sanitaria e alloggi: queste città sono anche viste come un buon posto per i migranti e per le famiglie (luoghi più inclusivi), dove si rileva una maggiore soddisfazione anche nei confronti della pubblica amministrazione locale.