Criminalità, denunce oltre i livelli 2019: Milano, Roma e Firenze sul podio
16 settembre 2024
di Marta Casadei e Michela Finizio
I reati denunciati in Italia tornano a salire. È la prima volta dal 2013, tralasciando gli anni della pandemia durante i quali anche la criminalità ha registrato una brusca frenata.
Archiviato l’effetto delle restrizioni anti-contagio, il volume dei reati denunciati ha recuperato i livelli del passato e oggi sorpassa per la prima volta quelli del 2019. Numeri alla mano, i reati “emersi” nel 2023 sono stati 2,34 milioni, pari all’1,7% in più rispetto al pre-Covid, in aumento del 3,8% sul 2022.
È questo il dato principale che emerge dalle statistiche della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, fornite in esclusiva al Sole 24 Ore del Lunedì, confrontate con gli anni precedenti.
È presto, però, per parlare di un trend in aumento della criminalità sul territorio nazionale: le oscillazioni su base annua vanno consolidate e i dati provvisori relativi al primo semestre 2024 sembrano già indicare una prima lieve flessione (-1,1%), anche se le statistiche definitive potrebbero aumentare i volumi.
Il trend della delittuosità
L’Indice della criminalità, la top ten
Poco meno di una denuncia su tre (il 30%) nel 2023 è stata depositata nei capoluoghi delle 14 città metropolitane. Più nel dettaglio il 15% dei reati viene rilevato all’interno dei municipi di Milano e Roma.
La concentrazione della delittuosità spinge i due centri metropolitani ai primi posti dell’Indice della criminalità del Sole 24 Ore, ordinato in base al numero di denunce ogni 100mila abitanti: Milano si conferma il territorio con più denunce (7.093 ogni 100mila abitanti), seguita dalla Capitale che balza dal terzo al secondo posto con un incremento dell’11% su base annua (6.071 denunce ogni 100mila abitanti).
Subito sotto: Firenze (3ª), Rimini (4ª), Torino (5ª), Bologna (6ª), Prato (7ª), Imperia (8ª)e Livorno (10ª). Tra le poche novità c’è Napoli (12ª) che cede il posto a Venezia (9ª) tra le prime dieci province per numero di reati registrati nel 2023.
Il peso delle aree metropolitane (e delle città più turistiche) non deve stupire: a Milano e Roma vive circa il 13% della popolazione italiane e sulla frequenza degli illeciti gioca un ruolo chiave la presenza di visitatori e city users che spesso diventano bersaglio di reati predatori, come furti o rapine, andando ad alimentare le statistiche.
«Il dato di Rimini - afferma il prefetto di Rimini, Paola Cassone - è fortemente condizionato dall’incremento dei reati nel periodo estivo a causa dell’afflusso di persone in Riviera, a cui si affianca il forte senso civico dei romagnoli».
Le grandi città
Milano è prima, tra le 106 province mappate dai dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, in particolare per numero di furti denunciati in rapporto alla popolazione, seconda per rapine, terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti. Nel complesso, i reati denunciati nell’area metropolitana sono in lieve aumento: +4,9% rispetto al pre-Covid.
Dietro al balzo di Roma (+11% anno su anno, +16,7% rispetto al 2019), invece, giocano un ruolo la crescente criminalità predatoria e i fenomeni correlati al degrado urbano: la Capitale quest’anno raggiunge il secondo posto per numero di furti (con 3.465 denunce ogni 100mila abitanti), in crescita del 17% su base annua; nel 2023 le rapine in pubblica via sono aumentate del 24% rispetto al 2022; per i reati connessi a traffico e spaccio di stupefacenti, la Capitale segue a stretto giro il primato di La Spezia.
I numeri vanno comunque messi in prospettiva, osservando l’andamento storico delle denunce nella Capitale: il recupero della criminalità dopo “l’interruzione pandemica” sta tornando ai livelli del 2017-2018, ma resta comunque lontano dai volumi di denunce del decennio precedente.
L’aumento delle rapine, in particolare, pesa su molte grandi città. La turistica Firenze diventa maglia nera per denunce di rapina (136 ogni mille abitanti): quelle in pubblica via - 1.034 episodi nel 2023 - sono cresciute del 56% solo nell’ultimo anno.
Tra le province con la più elevata incidenza di denunce depositate nel comune capoluogo rispetto all’area extra urbana spiccano Trieste (87%), Prato (83%), Genova (81%) e Roma (80%).
A Milano e Rimini il capoluogo è responsabile rispettivamente del 63% e del 60%, mentre, per esempio, a Napoli le denunce in città sono poco più del 43% del totale: circa la metà rispetto al “peso” della Capitale sull’area metropolitana di Roma.
A Imperia l’incidenza delle denunce nel capoluogo si ferma addirittura al 20 per cento. In media, i capoluoghi delle 14 città metropolitane pesano di più (62%) che nelle altre province minori (33%).
Il peso dei capoluoghi dato nazionale
I trend nazionali
Tornando ai dati nazionali, gli esperti concordano: non c’è alcun allarme sociale. «L’aumento che si rileva nel breve e medio periodo - dice Marco Dugato, ricercatore dell’osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica di Milano - va comunque monitorato, in particolare per alcune tipologie di reato».
Il dato 2023, insomma, va messo in prospettiva: se si prende in esame la serie storica degli ultimi trent’anni, tralasciando la pandemia, il trend delle denunce aveva toccato il suo punto più basso nel 2019; i valori, in pratica, si stanno riassestando sui livelli del 2016-2018 che, se comparati a quelli di dieci o di vent’anni fa, risultano comunque ancora in netto calo (-17% rispetto al 2014).
Non c’è, insomma, una nuova “emergenza criminalità” - l’Italia continua ad essere più sicura rispetto a dieci anni fa -, ma il trend in costante aumento negli ultimi due o tre anni va comunque preso in considerazione.
Come cambia il crimine nel 2023
«Contribuiscono - aggiunge Dugato - le sempre più numerose truffe e frodi informatiche che hanno preso il posto della criminalità predatoria su strada. Più si diffondono le tecnologie informatiche, più opportunità criminali ci sono nel web. Dall’altro lato, però, risultano in forte aumento anche alcuni fenomeni più tradizionali e tipicamente aggressivi, come rapine e percosse».
Nel 2023 sono state denunciate 302mila truffe informatiche (+10,3% sul 2022, +42% rispetto al pre-Covid), con una piccola battuta d’arresto dei delitti informatici (30mila denunce, -12% sul 2022, comunque in netto aumento sul 2019).A crescere sono poi i reati violenti tra cui le rapine in pubblica via (16.561 episodi nel 2023, in crescita del 9,5% sul 2022, del 24,5% sul 2019) e le percosse (16.645 denunce, +3,1% su base annua e +15,6% sul 2019).
Queste ultime risultano in aumento (+3,1%) anche nei trend provvisori relativi al primo semestre 2024. «Preoccupa l’aumento di una criminalità più estemporanea, meno pianificata, ma più aggressiva», commenta Dugato.
Tornano a quota 341 gli omicidi volontari, con dieci episodi in più rispetto al 2018 e 13 rispetto al 2019: il numero impressiona, trattandosi di omicidi e con una quota sempre più rilevante in ambito familiare, ma «non si può parlare - afferma il sociologo Marzio Barbagli - di un aumento statisticamente rilevante.
Si tratta di modeste oscillazioni (dieci anni fa, nel 2014, gli omicidi volontari erano stati 475, ndr) nell’ambito di un trend calante da decenni. In Europa siamo il Paese con il più basso tasso di omicidi in rapporto alla popolazione».
Tornando alle rapine e ai reati predatori, che l’ultima indagine sulla Criminalità minorile del Viminale fotografa in aumento anche tra i giovanissimi, Dugato sottolinea che «spesso le ragioni non sono più solo di tipo economico, ma vanno collegate a un generale aumento della violenza, ad atti di bullismo o di prevaricazione, ad un clima di maggiore aggressività nelle relazioni personali».
Le rapine, in particolare, non sono mai diminuite tanto quanto i furti e generano allarme sociale soprattutto nelle grandi città del Centro nord. Si affiancano episodi, come quelli rilevati dalle cronache nelle scorse settimane all’ospedale di Foggia, contro i medici in prima fila.
Il trend degli omicidi
Nel 2023 sono cresciute anche le denunce per furto, con un recupero «quasi fisiologico» che comunque resta lontano dai livelli pre Covid (-4,7% sul 2019). La rapida ripresa dei furti in abitazione (+10,4% nel 2023 e +3,6% nel primo semestre, seppur meno rispetto al 2019), «potrebbe essere correlata al rientro in ufficio dei lavoratori, dopo anni di smart working», dice il ricercatore della Cattolica.
Per altre tipologie di reato, poi, è cresciuta la sensibilità nell’opinione pubblica: sono aumentate le denunce per estorsione (+27% sul 2019), alla luce di una maggiore propensione alla denuncia che fa emergere un fenomeno spesso sommerso; incremento simile (+27,6% sul 2019) per le violenze sessuali, in lieve calo nel 2023.
Risalgono anche le denunce per spaccio (+5% nel 2023, +1,9% nei primi sei mesi 2024), dove gioca un ruolo cruciale l’attività delle forze di polizia: i reati legati agli stupefacenti, però, registrano una marcata flessione (-20% circa) rispetto al pre-pandemia. Aumentano, infine, le morti sul lavoro: 58 omicidi colposi da incidente sul lavoro nel 2023, quattro in più rispetto al 2022.
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