Qualità della vita:
bambini, giovani e anziani

Terza edizione dei 3 indici del Sole 24 Ore: i dati aggiornati premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età
29 maggio 2023

di Giacomo Bagnasco, Marta Casadei e Michela Finizio
Siena arriva sul podio per numero di pediatri attivi ogni mille residenti sotto i 15 anni. Ravenna, che in queste ore combatte contro i danni dell’alluvione, vince per l’offerta culturale, con 75,2 concerti messi in scena ogni 10mila residenti under 35 nel 2021. Trento, infine, è prima nella speranza di vita degli anziani, con una media di 21,6 anni ancora da vivere a 65 anni in base agli indicatori demografici di Istat riferiti al 2022.

Questi sono alcuni dei primati per cui si distinguono le tre province vincenti dell’indagine della Qualità della vita declinata per altrettante fasce d’età: bambini, giovani e anziani.

I tre indici generazionali

In base al punteggio medio conseguito nei 12 indicatori selezionati per i bambini, i giovani e gli anziani
BAMBINI
0-10 anni
GIOVANI
18-35 anni
ANZIANI
Over 65

L’indagine sul benessere per fasce di età

La terza edizione dei tre indici generazionali, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate, è stata presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento: le classifiche, pubblicate la prima volta a giugno 2021 come una tappa della storica indagine sui territori italiani più vivibili, misurano le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. Un lavoro sperimentale, che verrà incluso nella classifica di fine anno, ancora limitato dalla carenza di dati territoriali capaci di raccontare queste specificità.

La geografia del benessere

Oltre alle province vincenti, si confermano i divari territoriali e spiccano in modo trasversale alcune aree. Ad esempio la Romagna, alle prese con l’attuale emergenza alluvione, svetta sul podio della classifica sul benessere dei giovani, che proprio in questi giorni abbiamo visto in prima linea nel ripulire il territorio. E nell’indice dedicato ai bambini, dove Ravenna comunque arriva terza, si incontrano quattro province dell’Emilia Romagna tra le prime 20. Per gli anziani, invece, si distingue il Trentino Alto Adige: Trento e Bolzano sono in testa, grazie alla spesa per alcuni servizi sociali, al basso consumo di farmaci e alla speranza di vita. Le due province autonome, storicamente teste di serie nella Qdv, si ritrovano nelle parti alte anche delle altre due graduatorie.

Le ultime 20 posizioni dei tre indici, invece, sono popolate da territori del Mezzogiorno, con rare eccezioni: cinque province toscane tra le ultime per qualità della vita degli anziani (penalizzate, tra le altre cose, dal consumo record di antidepressivi e dalla bassa spesa per l’assistenza domiciliare); Verbano Cusio Ossola al 102° posto, sempre per gli over 65; Roma quartultima nell’indice dei giovani.

Anche altre grandi città stupiscono per la performance negativa nei confronti degli under 35. Tra le ultime 30 classificate ci sono nove città metropolitane: tra le altre Napoli (105ª), Palermo (101ª), Bari (88ª), Torino (83ª) e Milano (79ª). Pesano i canoni d’affitto inaccessibili, contro cui si è accesa anche l’ultima protesta universitaria: l’incidenza sul reddito medio dichiarato è cresciuta del 16% nell’ultimo anno.

La mappa demografica

Incidenza di bambini (0-14 anni), popolazione in età attiva (15-64 anni) e anziani (65 anni e oltre) sulla popolazione residente (totale residenti=100), anno per anno (Istat)

I nuovi indicatori

Grandi variazioni nei piazzamenti delle province, rispetto alla passata edizione, possono derivare dai cambiamenti nel panel di indicatori: ne sono stati confermati 26 su 36, dieci sono new entry. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

Nell’indice dei bambini, quello che ha subito più modifiche, debuttano la retta media della mensa scolastica, salita del 2,14% l’ultimo anno, che pesa diversamente sul reddito medio dichiarato (dall’1,6% di Roma al 7,2% di Trapani, mentre ad Agrigento il servizio proprio non viene erogato); la spesa pro capite dei Comuni per interventi e servizi sociali per famiglie e minori; le competenze numeriche e alfabetiche dei ragazzi di terza media, peggiorate in tutte le province italiane post pandemia.

Nella classifica dei giovani, invece, entra - tra gli altri - il trend dei residenti tra 18 e 35 anni, in aumento solo in 23 province su 107, e l’indice di soddisfazione per il proprio lavoro. «I giovani tra i 20 e i 34 anni sono più soddisfatti nelle province minori: nessuna città metropolitana si trova nelle prime 20 posizioni della graduatoria legata a questo parametro», evidenzia Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che aggiunge: «Sedici delle ultime 20 province, invece, sono meridionali, di cui sei sono città metropolitane: qui lo “svantaggio urbano” si somma al minor sviluppo».

Infine per misurare il benessere degli anziani, oltre ai posti letto nelle Rsa, è stato introdotto un indice della “solitudine”: l’incidenza dei nuclei unifamiliari composti da persone sole over 65 tocca il record ad Aosta, seguita da Milano (44%) e Roma (42%).

I trend 2023

Il confronto con i dati dell’edizione 2022 consente di mettere in luce alcuni trend emergenti. Ad esempio, grazie ai dati OneKey di Iqvia si scopre che, mentre diverse specialità combattono la carenza di medici, aumenta il numero di pediatri (+1,8%) e geriatri. Calano però gli infermieri (-2,2%). Nel 2022, poi, il rimbalzo economico post pandemia ha permesso di ridurre la disoccupazione giovanile (-19,6%) e il numero di Neet (-17,7%), mentre le conseguenze dell’inverno demografico si riflettono sulla popolazione giovane, in calo del 3,4% sul 2019.

Sale poi il consumo di farmaci per malattie croniche e antidepressivi, particolarmente utilizzati dalla popolazione anziana. «Le malattie croniche sono in forte aumento. La fragilità aumenta sia con l’età che con la povertà e questo è evidente soprattutto al Sud, dove l’educazione alla prevenzione è ancora carente», afferma Antonella Levante, ad di Iqvia Italia. Dai dati, per esempio, emerge che il consumo di farmaci per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è quasi doppio a Napoli rispetto a Milano.

I trend

L'andamento di alcuni indicatori rispetto all'anno precedente (elab. Sole 24 Ore)
Bambini
0 - 14
Giovani
15 - 39
Anziani
65 e oltre

I trend generazionali

Il trend della popolazione residente per fasce di età (previsioni demografiche Istat)

I BAMBINI
Centro Italia e Friuli V. G. conquistano più record

Tre toscane e una marchigiana nelle prime dieci. Siena - in virtù di una serie di buoni piazzamenti - è capolista davanti ad Aosta ed è accompagnata nella top ten da Firenze (quarta) e Arezzo, decima, mentre Ancona è in nona posizione.

Il Centro Italia si fa valere nella qualità della vita dei bambini, conquistando anche qualche primato di tappa: Roma è prima per il minore “peso” delle rette delle mense scolastiche, Macerata per l’assenza di delitti denunciati a danno di minori e Prato per le scuole dotate di palestra davanti a Barletta Andria Trani e Lecce.

Il Sud mantiene le eccellenze di Cagliari, legata alla presenza di pediatri (con Siena seconda), e di Nuoro (spazi abitativi molto ampi), ma in genere perde posizioni: è proprio Cagliari, 31ª, la prima di un Meridione che si ritrova a occupare gli ultimi 24 gradini. Il fanalino è Crotone, che - tra l'altro - è ultima nei due nuovi parametri sulle “competenze” dimostrate dai ragazzi di terza media in base ai test Invalsi. Dove, al contrario, si distingue Belluno, con un primo e un secondo posto.

Rispetto agli “indici” che riguardano giovani e anziani, sul fronte dei bambini emergono buone performance di diverse aree metropolitane: la già citata Firenze è tallonata da Bologna (quinta, e migliore di tutte per l’utilizzo di asili nido), mentre sia Milano che Roma - rispettivamente 20ª e 24ª - si sistemano nel primo quarto della classifica generale. Da citare, infine, il buon rendimento del Friuli Venezia Giulia, con le quattro province distribuite tra la sesta posizione di Gorizia, in testa per aree attrezzate, e la 18ª di Trieste.

I GIOVANI
A Verona il minor tasso di Neet

Hanno avuto molto dal loro territorio, ora sfigurato dalle alluvioni, e in migliaia si sono mobilitati per ricambiare (si veda pag. 6), pronti a dare una mano. Sono i giovani delle province di Ravenna e Forlì Cesena, prima e seconda in una graduatoria che come l’anno scorso vede un podio occupato per intero dall’Emilia Romagna, con Ferrara che si piazza terza.

Ravenna ottiene dieci volte su 12 una collocazione nella prima metà della classifica, con risultati da podio - tra l’altro - in due dei quattro nuovi parametri introdotti: è prima - in proporzione alla popolazione tra i 18 e i 35 anni - per l’offerta di concerti ed è seconda dietro a Gorizia per incremento di giovani residenti tra il 2019 e il 2023 (una voce che vede meno di un quarto dei territori con un saldo positivo e dieci aree meridionali che in quattro anni perdono dal 10% in su di ragazzi e ragazze).

Nelle altre due classifiche all’insegna della novità, Verona è l’unica provincia che rimane sotto il livello del 10% per quanto riguarda i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet (all’opposto c’è Caltanissetta con il 46 per cento), mentre Cuneo fa registrare il più alto tasso di soddisfazione per il proprio lavoro: qui si segnalano il secondo posto occupato da Enna e la maglia nera assegnata a Taranto, che anche per questo finisce dietro a tutte in classifica generale.

Tra le ultime 24, Roma (104ª) è l’unica area non del Sud, penalizzata in particolare dall’enorme incidenza dei canoni di locazione: a fronte di un reddito medio annuo di 25.400 euro, l’affitto per un bilocale in zona semicentrale si attesta sui 1.620 euro mensili.

GLI ANZIANI
Al Sud meno persone sole, tre toscane ultime

Un successo ottenuto con un larghissimo distacco sulla seconda classificata. È quello di Trento, che non ha rivali in fatto di qualità della vita degli anziani, finendo in cinque graduatorie (su 12) nelle prime cinque, con addirittura tre affermazioni assolute: per la speranza di vita (di 21,6 anni per gli ultra65enni, con Napoli e Siracusa ultime a quota 19), l’assistenza domiciliare, il trasporto di anziani e disabili. Da podio anche il piazzamento in base al basso consumo di farmaci per malattie croniche (terza).

Sotto quest’ultimo aspetto fa meglio di tutte Bolzano, che in classifica generale termina seconda, completando il trionfo del Trentino Alto Adige. Da segnalare, tra l’altro, la terza posizione di Fermo, quattro volte presente fra le prime dieci, la quarta piazza di Trieste e il terzetto lombardo Sondrio-Cremona-Como al quinto, sesto e settimo posto di una graduatoria che - tra le aree comprensive di grandi città - “promuove” Bologna, 30ª, e Roma, 32ª.

Netto il predominio di Asti nel nuovo indicatore dei posti letto nelle Rsa (oltre 61 ogni mille over 65), mentre il Meridione si aggiudica il primato in quattro graduatorie: con Barletta Andria Trani per la minore quota di anziani che vivono soli (altro parametro nuovo), con Oristano per le biblioteche e con Foggia sia per la percentuale di infermieri sia per il modesto ricorso a farmaci antidepressivi. Per contro, proprio le problematiche che emergono da questa classifica contribuiscono ad assegnare a Massa Carrara, Pistoia e Lucca le tre ultime posizioni dell’indice generale.


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