Qualità della vita:
bambini, giovani e anziani
di Marta Casadei e Michela Finizio
C’è molto Nord Est ed Emilia-Romagna nelle tre top ten delle classifiche della Qualità della vita per fasce d’età che misurano rispettivamente il benessere di anziani, giovani e bambini sul territorio italiano. Nelle prime dieci delle tre classifiche la macro-area compare 17 volte. Altri dieci piazzamenti appartengono al Nord Ovest, due al Centro e uno al Mezzogiorno (le ultime tre, in particolare, si incontrano nell’indice dedicato ai più piccoli, tra 0 e 14 anni).
L’edizione 2025 degli indici generazionali del Sole 24 Ore è stata presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento: le classifiche misurano, ormai da cinque anni, le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute.
I tre indici generazionali
Le tre vincitrici
Bolzano svetta nella graduatoria sulla Qualità della vita degli over 65, seguita da Treviso e Trento. Gorizia si trova, per il secondo anno consecutivo, in testa nell’indice rivolto ai giovani, che fotografa le opportunità offerte dai territori ai residenti tra 18 e 35 anni, inseguita proprio da Bolzano, Cuneo e Trieste. Infine, Lecco, Siena e Aosta occupano il podio della graduatoria che misura il benessere dei bambini.
In particolare la provincia altoatesina si distingue per il benessere degli “over” con il più basso consumo di farmaci per malattie croniche, la più elevata spesa sociale per gli anziani e l’alta incidenza di biblioteche.
Gorizia, quest’anno Capitale europea della cultura transfrontaliera 2025, è una città di frontiera e universitaria: le sue performance migliori sono legate al numero di locali e organizzatori di eventi Siae in rapporto ai giovani residenti (seconda su 107 province), al lavoro (è quarta nelle trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato) e vanta una delle più basse età medie della donna al parto del primo figlio (31,6 anni, rispetto alla media nazionale di 32,6).
Infine Lecco conquista la Qualità della vita dei bambini grazie al primato nell’indice Sport e bambini (praticanti, scuole e risultati, fonte Pts), eccelle sul podio delle competenze scolastiche fotografate dai test Invalsi e ha una bassa incidenza di delitti a danno dei minori.
Le classifiche per fasce d’età
La Qualità della vita per fasce d’età del Sole 24 Ore rappresenta, da alcuni anni, un’utile bussola per fare il punto sulle fragilità di un Paese in piena crisi demografica, dove sempre più spesso si invoca la necessità di un patto generazionale che - anche attraverso i fondi del Pnrr - raccolga investimenti per lo sviluppo e il futuro dell’Italia. Le tre graduatorie verranno incluse, a fine anno, nella 36esima edizione della Qualità della vita.
Gli scenari
Ciascuno dei tre indici sintetici generazionali è calcolato su parametri statistici, forniti da fonti certificate, in grado di raccontare il livello di benessere nei territori. Questo lavoro è nato come progetto sperimentale nel 2021 e quest’anno si arricchisce di nuovi indicatori (passando da 12 a 15 parametri per ciascuna graduatoria). Si consolida così il metodo di indagine, nonostante l’evidente carenza di dati territoriali capaci di raccontare queste specificità ancora sia un limite nell’analisi dei servizi o degli aspetti di vita dedicati alle tre fasce generazionali (si pensi, ad esempio, al controverso uso del digitale, al “lavoro povero” che troppo spesso caratterizza l’occupazione dei giovani, oppure alle abitudini di vita degli anziani).
Tra i nuovi indicatori inseriti in questa edizione, si segnalano la percezione della qualità delle relazioni familiari (presenza di parenti su cui contare) e della sicurezza urbana (paura di camminare la sera al buio in strada), rilevate da Istat. Inseriti anche gli incidenti stradali notturni, che soprattutto coinvolgono i più giovani nelle grandi città italiane (Milano è ultima in questo parametro) e il consumo di farmaci contro l’obesità, più diffusi tra gli anziani.
La mappa demografica
I divari territoriali e le grandi città
Gli indici generazionali, al netto di alcuni exploit, restituiscono dinamiche ormai consolidate nella “distribuzione” territoriale del benessere. Quasi sempre, infatti, il Sud si trova in coda alla classifica: Trapani chiude la graduatoria dedicata agli anziani e Caltanissetta quella dei bambini; le ultime 20 posizioni dei tre indici sono occupate in gran parte da province meridionali (19 su 20 nei bambini, 15 su 20 negli anziani e 10 su 20 nei giovani).
A fare compagnia al Mezzogiorno, in particolare nell’indice dei giovani, sono le città metropolitane: Roma occupa la 107ª posizione, accompagnata tra le ultime 20 classificate anche da Napoli (104ª), Milano (101ª) e Torino (90ª). Qui a penalizzare il territorio sono soprattutto i canoni d’affitto che incidono per oltre il 35% sul reddito medio dichiarato dai residenti.
I trend nazionali
Dalla serie storica emergono, inoltre, una serie di tendenze che raccontano il Paese. Sale il numero di pediatri attivi e crescono lievemente le competenze numeriche degli studenti di terza media. Allo stesso tempo, però, aumenta dal 38,5% al 40,1% la percentuale di alunni con competenze alfabetiche non adeguate. E cresce il numero di delitti a danno dei minori (+6% annuo nelle denunce).
Nonostante un miglioramento delle condizioni generali, sui giovani pesa la fatica nei progetti di vita: nel 2024 cala dal 13,4 all’11,8 % la disoccupazione giovanile e restano stabili i canoni d’affitto (che in media incidono per il 22,4% sul reddito), ma gli under 35 si sposano sempre meno e, a marzo 2025, le imprese con titolari sotto i 35 anni erano il 3,4% in meno rispetto a 12 mesi prima.
Continua a salire l’età media al primo figlio: 32,6 anni nel 2024. Si riducono, invece, le trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato (-1,8% nel 2024). Infine, gli anziani: aumenta il consumo dei farmaci antidepressivi (+3,6%) e per le malattie croniche (+1,6%), mentre salgono il numero di geriatri e infermieri e la speranza di vita (21,2 anni a 65 anni). Ma continua ad ampliarsi, lentamente, il numero di persone over 65 che vivono sole.
Il sondaggio Save The Children-Eumetra sugli adolescenti
L’indagine, infine, quest’anno si completa con un sondaggio su una fascia d’età spesso esclusa dal dibattito pubblico e poco indagata dalle statistiche ufficiali, i teenager, attraverso lo sguardo dei loro genitori. Chi immaginava genitori di preadolescenti e adolescenti alle prese con ragazzi arrabbiati, in preda alle ansie e alla solitudine rimane sorpreso da alcune delle evidenze emerse dalla ricerca elaborata da Eumetra, su iniziativa del Polo Ricerche di Save the Children e del Centro Studi del Sole 24 Ore, in collaborazione con Eumetra, sulle abitudini, interessi e l’autonomia degli 11-15enni, attraverso lo sguardo dei loro genitori (campione di 500 rispondenti).
Accompagnati in tutto, tranne che negli ambienti digitali. Tra i 10 e i 15 anni più di due ragazzi su cinque non svolgono i compiti scolastici in autonomia. Meno del 40% va a fare attività sportiva da solo. E stringendo il focus sulle scuole medie (tra 11 e 13 anni) si scopre che solo il 33% dei ragazzi usa i mezzi pubblici e meno della metà (il 49,5%) va a scuola da solo, senza che un adulto lo accompagni. Il quadro di (scarsa) autonomia dei pre-adolescenti e adolescenti italiani cambia, però, nelle attività digitali: il 78,4% utilizza tablet o pc da solo, senza bisogno di essere accompagnato o supportato; l’80,5% lo smartphone.
La ricerca rappresenta così un primo passo concreto verso una comprensione più profonda – attraverso la voce dei genitori – della Generazione Alpha e della parte più giovane della Gen Z, ancora troppo spesso escluse dal dibattito pubblico e dalle rilevazioni statistiche. «Per gli adolescenti – afferma Raffaela Milano, responsabile dell’area ricerca di Save the Children Italia - l’autonomia rappresenta un aspetto cruciale dello sviluppo dell’identità, serve ad accrescere l’autostima, la capacità di relazionarsi con gli altri e di gestire le proprie emozioni».
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